SORIANO. E' pronto a mobilitarsi nuovamente il mondo della cultura calabrese, messo in preallarme dal non tanto velato rischio di chiusura della biblioteca di Soriano. Se, infatti, la forte presa di posizione dei mesi scorsi era riuscita a scuotere le coscienze e scongiurare la chiusura derivante dalla cancellazione del contributo regionale, ora una nuova minaccia incombe sulla sorte dell'istituto culturale, attualmente diretto dall'ingegner Antonio Tripodi. Una di quelle da far rivoltare dalla tomba Nicola Provenzano. Qualche tempo fa, infatti, il commissario straordinario della Provincia, Mario Ciclosi, nell'ottica di "salvaguardare i livelli occupazionali e garantire, nel contempo, servizi efficienti ai cittadini" ha dato vita ad un atto volto alla riqualificazione e ricollocazione del personale di categoria B1, da destinare alla manutenzione delle strade provinciali. Si tratta di 77 unitą, tra cui gli ex Lsu attualmente destinati ad alcuni istituti culturali, tra cui, Nicotera, Tropea, Mileto e Soriano, che si sono visti recapitare un fax con l'avviso di tale decisione, la quale avrebbe gią prodotto la ricollocazione di alcuni di essi e provocato la chiusura di talune delle strutture. Da qui il timore anche per Soriano, dove sono attualmente in forza tre ex Lsu, indispensabili per mandare avanti la biblioteca calabrese, che ha determinato una forte e spontanea reazione, volta alla salvaguardia preventiva della creatura di Nicola Provenzano. Primo a lanciare l'allarme, il direttore del sistema bibliotecario vibonese Gilberto Floriani che, rivolgendosi con una lettera al commissario Ciclosi e ad altri, denuncia l'alea in corso su Soriano e sulla cultura vibonese in generale, lanciando l'appello a Ciclosi e ai suoi collaboratori "di trovare una modalitą per risolvere il problema della presenza di dipendenti pubblici nelle biblioteche, cercando di coniugare la necessaria razionalizzazione delle spese con il mantenimento dei pochi, validi, capisaldi della cultura di cui disponiamo". E, appelli alla mobilitazione arrivano anche dal giornalista badolatese Mimmo Lanciano, il quale, scrivendo, tra gli altri, all'assessore regionale Mario Caligiuri e al commissario Ciclosi, chiede di "non consumare questo genocidio culturale, impoverendo ulteriormente la Calabria e la cultura italiana". Ad aderire al moto di ripulsa, anche il glottologo calabrese Enrico Armogida, indignato nel constatare come "nei momenti di crisi la prima a capitolare č sempre la cultura, seppur sia essa la sostanza e la molla della storia". Intenti di "chiamata alle armi" anche dagli aderenti al gruppo Facebook dedicato alla biblioteca e voluto da Enzo Farina. E da tutti quelli che hanno a cuore l'istituto sorianese, pronti a scendere in campo per difenderlo e tutelare la grande cultura che esso rappresenta. Intanto, oggi in Provincia il commissario Ciclosi ha indetto una una conferenza dei servizi per fare il punto sulla situazione, e chissą che gli appelli non possono aver fatto presa.
Valerio Colaci da CALABRIA ORA
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