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Dalla Sardegna a Nardodipace - venerdì 31 agosto 2007 at 06:23

INVITO

Invito esteso ai Soprintendenti Archeologi ed ai Rettori delle Università dell’intera Sardegna, per l’onore di averli graditi Ospiti alla Conferenza Stampa che si terrà presso l’Aula Magna dell’EXPO in Olbia ( Via Porto Romano) in data da concordare, nella possibilità di poterla presentare nella maniera migliore, giacché si dovranno invitare i rappresentanti delle maggiori Testate Giornalistiche e le TV Nazionali.

La Conferenza verte sul caso di una scoperta casuale effettuata da Pier Paolo Saba, Scultore e Pittore e appassionato d’Archeologia da lunghi anni, e già collaboratore esterno della stessa Soprintendenza Archeologica di Cagliari dal periodo in cui era Soprintendente l’indimenticabile Dott. Ferruccio Barreca, che ha alimentato la passione per uno studio sempre più approfondito sulla Sardegna e sugli sviluppi che lo studio dell’Archeologia e la ricerca in sito avrebbe portato.

Una passione che non si è mai assopita e che, nel tempo si è intrecciata con svariati interessi giungendo fino ad oggi sempre più viva, giusto nel momento in cui sto facendo delle approfondite ricerche alla scoperta delle origini sulle genti che abitavano la Sardegna nelle epoche remote.
Così, per puro caso, la ripresa in esame del famoso DISCO DI FESTO, mi riporta ala memoria dei simboli che già conoscevo avendoli rivisti più di una volta, quelli, in pratica, raffigurati in graffiti ed alti rilievi, nelle…… (Doc. Preistoria Sarda).

Essendo che questi simboli sono pressoché identici, ecco la “folgorazione”, mi sono detto quindi, che questa scoperta dovesse essere divulgata e soprattutto posta sotto l’attenta osservazione degli studiosi, Archeologi, Accademici e Letterati, per una possibile interpretazione che, partendo dalla Sardegna, spieghi finalmente il contenuto “scritto” nel famosissimo Disco che, a questo punto, suggerisce una matrice sarda.

La presentazione della presente in prologo, rimanda alla successiva esposizione che intende motivare le ricerche che hanno permesso questa straordinaria scoperta.


ESPOSIZIONE E MOTIVAZIONI:

In data odierna, 25 Giugno 2007, il sottoscritto Pier Paolo Saba, mentre si trova intento alla stesura di un testo di suo componimento, attento ad una ricerca approfondita che possa avvalorare la tesi che le genti che abitavano la mitica “Poseidonia” raccontata dai Sacerdoti di SAIS, (antica capitale amministrativa dell’Egitto), e dallo stesso Solone vissuto cento anni prima di Platone che, a sua volta in – Dialoghi – fa parlare Crizia e Timeo che raccontano dell’immane catastrofe che distrusse inabissandola Atlantide.

La tesi sviluppata dallo scrivente vede nei Popoli del Mare, gli stessi abitanti di Posidonia –Atlantide, scampati “miracolosamente” al cataclisma che annientò la patria primigenia, mentre essi erano lontani, in altre terre, intenti ai loro commerci e dove di volta in volta, in quelle, fondano delle colonie ed amalgamandosi poi con gli autoctoni, col trascorrere generazionale, permettono la creazione di “Nuovi” popoli.

Intanto vediamo uno degli audaci gruppi di naviganti Atlantidei che seguendo le rotte che conducono verso le coste europee, entrati nel Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra, si trovano improvvisamente innanzi ad una immensa terra ammantata di verde, cosi lussureggiante e di folgorante bellezza…, s’accostano, e approdano in questa sorta di paradiso dove scoprono che è abitata da uomini che vivono in caverne e palafitte; ben presto scoprono che questa terra è ricchissima di minerali pregiati, argento, rame, piombo e tra questi scoprono l’ossidiana, il detto oro nero, che esporteranno poi in tutto il mondo allora conosciuto.
Fermatisi in pianta stabile, edificano una potente e grandiosa civiltà, quella Nuragica, esportata in seguito, in Corsica, a Lipari (Sicilia), a Tirinto, a Gerico ed oltre il Mar Nero sino al Caspio …, ad esempio e dimostrazione, cito il Pozzo Sacro “unicum” rinvenuto in Bulgaria, esportato dall’avanzata cultura che questi impareggiabili naviganti, commercianti ed indomiti guerrieri, portano con se durante i perpetui viaggi.

Erano detti “I Popoli del Mare”. “Genti Antiche” preesistenti alla nascita di una cultura che sarebbe stata poi, chiamata Greca, le quali genti (i Greci) un giorno porranno le Colonne d’Ercole al limite dell’Egeo, lì, tra la punta estrema della Sicilia nord occidentale e l’attuale Tunisi, giusto nel tratto oramai reso un pantano invalicabile dai detriti e la sabbia che si era accumulata in questo stretto passaggio che impediva il regolare deflusso delle acque, isolando in questo modo il Mar Egeo che divenne un immenso lago dal quale era impossibile fuoriuscire.
Questo era l’aspetto dell’area Mediterranea nel Wurmiano, periodo del Pleistocene iniziato 700.000 anni fa e protrattosi oltre, tra gli 80.000 e 10.000 anni, fintanto che altre scosse telluriche procurarono il riassetto delle placche tettoniche che sconvolsero per l’ennesima volta il bacino mediterraneo, stravolgendone la conformazione di allora, quando la Tirrenide s’inabissò lasciando affiorare solo una minima parte della sua smisurata estensione riducendola infine alla conformazione attuale che è la Sardegna la terra degli SHRD, da SHRDN, quindi Sardegna, dall’epigrafe della Stele Fenicia di NORA conservata presso il Museo Archeologico di Cagliari.

Attraverso la ricerca, quindi, che mi porta all’ipotetica formula espressa, e già non più tale, poiché, la stessa ricerca mi ha offerto l’occasione casuale di avvalorare la tesi che da oggi sconvolge gran parte della storia scritta fin ora.

Fantasticando, potrei sostenere che sono stati gli spiriti degli antichi SHRD a pormi in mano questa scoperta ma, poiché io non credo agli spiriti e mi rifaccio invece a solidi documenti scientifici ed affidandomi al raziocinio che ancora mi sostiene, ne parlo a ragion veduta ed in piena lucida coscienza; ecco che, quanto sto per esporre, è frutto, seppur casuale, di un’accurata rivisitazione d’antichi documenti che mi hanno sbalordito nel momento che innanzi ai miei occhi sono apparsi dei simboli mai interpretati ne tradotti fino ad ora, raffigurati nel famosissimo Disco di Festo posto in comparazione con degli altri simboli - graffiti e bassorilievi provenienti da ( !! ) della Sardegna, si rivelano incredibilmente identici.
Questa scoperta è semplicemente straordinaria, e sono convinto che porrà in subbuglio l’intero mondo scientifico letterario ed archeologico, così come sono certo che non potrà passare inosservata essendo parte di un patrimonio mondiale al quale m’invoco per la massima diffusione di questa scoperta.

Ritengo doverosa, pertanto, la convocazione di una Conferenza Stampa e TV a livello nazionale, per la presentazione di questa rivoluzionaria scoperta.
Saranno convocati i Soprintendenti Archeologici della Sardegna e gli Accademici Universitari, invitati a prendere atto della documentazione inerente alla scoperta effettuata, che il sottoscritto esporrà per l’occasione.

La Conferenza, si terrà (in data fra il 10 e 15 ottobre 2007 ndr) presso la - Sala Congressi dell’OLBIA EXPO - alla presenza della Massima Autorità Cittadina, che si onora di ricevere sì tanto, Illustri Rappresentanti delle Scienze, Letterarie e Archeologiche. Altrettanto onore sarà tributato alle rappresentanze delle maggiori Testate Giornalistiche ed agli operatori e Giornalisti TV Nazionali.

Pier Paolo Saba

Via Lombardia 13
07026 Olbia (OT)

E- mail: psabap@libero.it
“ “ : saba.pierpaolo@gmail.com
“ “ : usacolbia@tiscali.it

Cell: +39 329.0857587


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