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Presentata la relazione 2005 - martedì 22 novembre 2005 at 12:54

Presentata la relazione 2005 sullo stato di insicurezza alimentare
Il direttore: "I paesi ricchi non mettono in pratica gli intenti"
Rapporto Fao sulla fame nel mondo
"Ogni anno uccide 6 milioni di bimbi"
Solo Sud America e Caraibi raggiungeranno gli obiettivi entro il 2015
Il dramma africano: 11 milioni di piccoli non raggiungono i cinque anni

ROMA . L'annuale rapporto sullo "Stato di insicurezza alimentare nel mondo" della Fao è una volta di più un pugno in faccia all'indifferenza dei paesi ricchi. Che non rispettano gli impegni presi e sono lontani dal realizzare gli obiettivi del millennio. Ogni anno circa sei milioni di bambini muoiono per fame e denutrizione, praticamente l'intera popolazione prescolare di un paese grande come il Giappone. L'organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura dell'Onu fotografa una situazione tragica, in cui le cause di mortalità infantile restano malattie curabili come la dissenteria, la polmonite e la malaria. Oggi nel mondo sono 852 i milioni di persone che soffrono di fame, di cui 815 nei paesi sottosviluppati, 28 in quelli in transizione e 9 nei Paesi industrializzati.

Se fame e malnutrizione sono le cause della povertà, dell'analfabetismo e degli alti tassi di mortalità, il rapporto dell'agenzia Onu si sofferma sulla necessità di mettere in pratica le politiche di aiuto utili per combattere la fame nel mondo, obiettivo del World Food Summit (Wfs) del 1996 e uno degli obiettivi del millennio (Mdg), da realizzare nel 2015.

"I progressi per dimezzare il numero di persone che soffrono di fame nei Paesi in via di sviluppo - scrive nelle conclusioni del rapporto il direttore della Fao, Jacques Diouf, appena rieletto alla guida dell'agenzia - sono molto lenti e la comunità internazionale è ancora lontana dal raggiungere gli obiettivi e gli impegni assunti al Wfs e Mdg".

"Se ognuna delle regioni in via di sviluppo continuerà di questo passo - aggiunge l'ex ambasciatore senegalese all'Onu - solo il Sudamerica e i Caraibi raggiungeranno gli obiettivi del millennio. La maggior parte, se non tutti, gli obiettivi del Wfs e del Mdg possono essere raggiunti, ma solo se gli sforzi saranno raddoppiati e ripensati". I Paesi industrializzati sono sotto accusa. Diouf chiede tariffe più basse ma soprattutto "meno sussidi ai produttori nordamericani e europei" e "più aiuti ai Paesi più poveri" che sono "le chiavi per permettere al Sud del mondo di raggiungere un livello di sviluppo soddisfacente".

Il 75% delle persone che soffrono la fame vivono in zone rurali nei Paesi più poveri, soprattutto in Africa. Qui vive la maggior parte dei circa 11 milioni di bambini che non superano i cinque anni, delle 530mila donne che muoiono durante la gravidanza ed il parto e dei 300 milioni di persone che muoiono di malaria.

Quasi tutti "vivono nelle zone rurali", ha
sottolineato Diouf, ma ciò nonostante, "negli ultimi 20 anni le risorse all'agricoltura sono diminuite del 50% - ha proseguito il direttore della Fao - anche se, qualche segnale di inversione si intravede, come dimostra la decisione dell'Unione Africana di aumentare la percentuale di budget nazionali destinata allo sviluppo rurale e al settore agricolo del 10% in cinque anni".

"La riduzione della fame", ha scritto Diouf, "dovrebbe diventare la forza trainante e il motore del progresso e della speranza, perché una migliore alimentazione è alla base di migliori condizioni di salute, fa aumentare la frequenza scolastica, riduce la mortalità infantile e materna, dà la possibilità alle donne di avere maggiori strumenti, abbassa l'incidenza e i tassi di mortalità da HIV-AIDS, da malaria e da tubercolosi".

La Fao propone una strategia su due fronti. Da un lato, investimenti a livello nazionale e internazionale per rafforzare la produttività e i redditi, tra cui la costruzione di infrastrutture e la promozione della pesca e del settore agricolo; dall'altro, il sostegno alimentare e sociale attraverso reti di sicurezza per i poveri, programmi di alimentazione per le madri e i neonati.

"La fame è un affronto alla dignità umana, tollerarla è una violazione dei diritti umani, combatterla un imperativo morale", ha dichiarato il direttore generale della Fao, che ha sottolineato che il messaggio centrale del rapporto presentato oggi "è che la lotta alla fame è una delle condizioni per raggiungere gli obiettivi del millennio".

(22 novembre 2005)

Fonte: La Repubblica Online









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