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I sondaggi sono con Bertinotti: il programma piace - sabato 24 settembre 2005 at 12:18

I sondaggi sono con Bertinotti: il suo programma piace

Un programma che convince, un leader che "piace". Soprattutto a chi «si sente di sinistra». Gli ultimi sondaggi elaborati dall'Ispo di Renato Mannheimer su 400 persone - che per sesso, età, titolo di studio, professione e area geografica rappresentano un campione rappresentativo - confermano e confortano. Confermano una popolarità ormai acquisita da Bertinotti soprattutto - come detto - tra chi si sente «davvero» di sinistra, e confortano perché a pochi giorni dalle primarie quel confronto e quel percorso di partecipazione attiva e diffusa, sostenuto e voluto con forza da Rifondazione, si fa a questo punto serrato. Una vera competizione democratica non per diventare l'"assopigliatutto" della coalizione ma per contribuire alla costruzione di quel programma fatto con tutte le forze, «comprese - come sottolinea il leader del Prc - quelle sociali, politiche, culturali che non sono rappresentate dai partiti».

Ed ecco perché quel programma convince. A ben sondare l'elettorato si scopre per esempio che il segretario di Rifondazione piace soprattutto agli elettori di sinistra ( dove ha un indice di popolarità del 63%) ma anche a chi «si sente di centrosinistra» (49%) e soprattutto tra i laureati (48%), e tra gli impiegati e gli insegnanti (48%). Un pubblico che si dice essere molto interessato a Rifondazione comunista in un "mercato elettorale" in cui la porzione che spetta a Rifondazione oscilla tra il 7% il 20%. Il 7 per cento sono gli elettori molto probabili ma gli elettori possibili sono uno su cinque rispetto all'intero elettorato.

Piace il leader, ma soprattutto convince il programma. Per esempio "favorevoli a controlli severi e alla lotta all'evasione fiscale" si sono detti il 75% degli intervistati, l'11% contrari, il 14% degli indifferenti. Ancora: dice sì alla "riduzione del lavoro flessibile" il 64% del campione, il 23% dice no il 13% si dice indifferente. E si scopre che chi è assolutamente d'accordo con la riduzione del lavoro flessibile sono soprattutto i residenti al nord-est (il 70%) e naturalmente l'elettorato di sinistra (l'80%). Ma a chiedere di porre fine alla precarietà del lavoro sono ancora i lavoratori dipendenti con qualifiche meno elevate (72%) e soprattutto i giovani (18-24enni). Un potenziale elettorato diffuso che ancora sostiene l'utilità anzi la indispensabile necessità di tassare le ricchezze finanziarie e patrimoniali più consistenti (il 55%) e gli investimenti in Bot e Cct superiori ai 100/150mila euro (il 49%). E ancora chiede: l'eliminazione dell'Ici (il 61% a fronte del 28% dei contrari e del 17% di chi si dice indifferente).

Opinioni che pesano e che inducono ad altre riflessioni. Sul fenomeno dei migranti per esempio. Un fenomeno - sostiene il 59% degli intervistati contro il 31% che non è d'accordo - «inevitabile al quale prima o poi tutti si dovranno adeguare». ma adeguare come? Il 70% degli intervistati si dice d'accordo sul fatto che dovrebbero poter entrare in Italia «solo coloro che hanno già in tasca un contratto di lavoro» e questo dato porta Mannheimer a sostenere che c'è una società che verso i migranti si mostra ancora "sfavorevole" per il 47% delle persone intervistate.

La campagna per le primarie è ormai entrata nel vivo. E Rifondazione si presenta sempre più come un partito protagonista attivo dell'Unione che ancora ieri è tornata a chiedere le elezioni anticipate.

Una situazione - sostiene Bertinotti - che sta diventando «paradossale». Con un «governo che esce formalmente da una crisi accentuandola», un motivo in più per far sì che l'opposizione si dia l'obiettivo di farlo cadere.

La corsa comunque è lanciata e la campagna per le primarie - «una libera scelta» sostiene ancora il segretario del Prc - è entrata ormai nel vivo. Anche con qualche episodio spiacevole e da sottolineare. Come quello che ieri ha visto protagonisti i giovani comunisti denunciati - si pensi - per "vilipendio alle tombe" perché in giro per la Capitale a sostegno della campagna "io voglio" intendevano con una piccola azione dimostrativa attaccare appunto un "post-it" gigante con su scritto "Voglio ritirare le truppe dall'Iraq" sull'altare della patria. «Incredibile», dice Michele De Palma. «Se non fosse vero ci verrebbe da ridere».

Comunque si moltiplicano le azioni dimostrative a sostegno delle primarie. Ieri, a Siena, un altro "posti-it" ha turbato una conferenza del capo dei vescovi italiani camillo Ruini. Sul post-it c'era scritto: «Voglio fare un "pacs" avanti».

Oggi al Palalottomatica romano, a conclusione di "Liberafesta" - cioè la festa nazionale di "Liberazione" -, è atteso l'"evento" d'eccezione: quel meeting in cui ancora si avrà la possibilità di discutere di programma, sinistra e politica insieme a Fausto Bertinotti, Pietro Ingrao, Haidi Giuliani, Lothar Bisky (DieLinke. Pds-Germania) e con il direttore di "Liberazione". Un meeting che vuole essere soprattutto occasione di festa e in cui si alterneranno video, voci e musica con concerto finale di Max Gazzè e Bandabardò. Per "liberare" la politica.

Castalda Musacchio
(sabato 24 settembre)




Fonte: Liberazione Online


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