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Stipendi, sindacati all'attacco - lunedì 31 gennaio 2005 at 19:38

Cgil, Cisl e Uil: "Entusiasmo esagerato vista la situazione"
Le associazioni dei consumatori: "Irrealistici e campati in aria"
Stipendi, sindacati all'attacco
"I dati Istat falsano la realtà"

Maroni: "L'istituto ha valenza scientifica superiore ad altri"

ROMA . E' subito polemica sui dati dell'Istat, che ha reso noto oggi che le retribuzioni nel 2004 sono aumentate del 2,9 per cento rispetto al 2003, realizzando la crescita maggiore dal 1997. Lo stesso istituto ha messo le mani avanti quando ha parlato di "crescita più alta dal 1997 a oggi", visto che rispetto ad allora è cambiata la base di riferimento per il calcolo, ma questo non basta a evitare le critiche dei sindacati e dei consumatori. Dati "inventati, irrealistici e campati in aria" secondo questi ultimi, mentre per i sindacati l'Istat pecca di "entusiasmo esagerato".

"I consumi sono fermi, i risparmi erosi: che ci hanno fatto i lavoratori con tutti quei soldi che, a detta dell'Istat, hanno preso nel 2004?", si chiede il segretario confederale della Cgil, Marigia Maulucci". Per la Maulucci, infatti, "il dato sulle retribuzioni va letto congiuntamente a quello sulla quantità di contratti in scadenza rinnovati e non rinnovati: quelli rinnovati hanno recuperato l'inflazione reale e ci mancherebbe pure il contrario". E ancora: "L'Istat stesso ci informa che da gennaio 2005 la metà dei lavoratori italiani non sarà nelle condizioni di diritto garantite dal rinnovo del proprio contratto, e al danno reale che questa situazione comporta si aggiunge la beffa della cosiddetta riforma fiscale".

Il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, ne approfitta per ricordare la vertenza del pubblico impiego. "Gli aumenti avvengono quando si rinnovano i contratti. Siccome nel pubblico impiego il rinnovo non è avvenuto, io lo continuo ad aspettare". "I dati Istat - ha concluso infine Pezzotta - sono un po' come la storia di Trilussa, sono la media del pollo. Io voglio discutere contratto per contratto, in termini reali".

"Diciamo che non possono essere le retribuzioni dei dipendenti dell'Istat ad essere salite, visto che il contratto è scaduto" ironizza sullo stesso tema di Pezzotta il segretario generale aggiunto della Uil, Adriano Musi, secondo il quale "sarebbe necessario capire come si arriva a questo dato che è assolutamente irrealistico". "Continuare a dare questi dati in questa maniera - conclude Musi - è un modo per far ulteriormente cadere il peso ed il prestigio dell'Istat, per fare trovare immischiato in nuove polemiche l'Istituto. Quello di cui, invece, ci sarebbe veramente bisogno è un istituto che sia fonte credibile per una reale politica economica".

L'Intesa consumatori, che riunisce Adusbef, Adiconsum, Adoc e Federconsumatori dice che i dati Istat sull'andamento delle retribuzioni contrattuali orarie nel 2004 "sono assolutamente irrealistici e campati in aria rispetto alla dura realtà di milioni di famiglie, costrette ad indebitarsi con banche e finanziarie a tassi di interessi elevatissimi".

"Tali ricerche fantasiose - ribadiscono le associazioni dei consumatori - fanno crollare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, che una volta erano serie perché indipendenti, mentre oggi non hanno timore di schierarsi con il 'Principe' di turno". I veri dati sulle famiglie italiane secondo l'Intesa si riassumono in altre cifre: "Nel 2004 le famiglie hanno speso in media 89 euro pro-capite mensili per una serie di rincari, aumenti e ritocchini; nel 2005 le stime parlano di 98 euro al mese, a fronte di sgravi fiscali di 20-30 euro".

Il Ministro del Welfare, Roberto Maroni, difende invece i dati dell'Istat: "Non credo sia corretto ogni volta che l'Istituto dà cifre non gradite, metterne in discussione i metodi di rilevazione - ha affermato il ministro leghista - Perché non si mette invece in dubbio quello che dice l'Eurispes, secondo il quale il paese è in declino?" Nel dettaglio, "non ho commentato i dati dell'Eurispes - ha sottolineato il Ministro - e non commento i metodi di rilevazione dell'Istat. Penso che abbia una sua valenza scientifica superiore a quella di altre istituzioni".

(31 gennaio 2005)


Fonte: La Repubblica online


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