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Al Tg1 è sempre bufera i conduttori contro Mimun - sabato 7 febbraio 2004 at 11:33

S'inasprisce la polemica con il direttore che contrattacca in particolare contro Ferrario e Sassoli: "Sepolcri imbiancati"
Al Tg1 è sempre bufera i conduttori contro Mimun
Alberoni: degradiamo la Annunziata a consigliere semplice
Rumi la difende: non va cambiata come una cravatta

ROMA . A capitanare la rivolta del Tg1 ci sarebbero alcuni conduttori eccellenti, preoccupati solo di essere ridimensionati. "Sepolcri imbiancati". La definizione è del direttore del principale telegiornale italiano, Clemente Mimun, che prende di mira (dalle colonne dell'Espresso) David Sassoli e Tiziana Ferrario. Mimun non ha digerito alcune battute dei due giornalisti, "la Ferrario che dice di vergognarsi di questo mio tg" e lo stesso Sassoli "che non gradisce, apprendo, la nostra minestra serale". Se attaccato, il direttore rivendica il diritto ad una libera risposta. "E in ogni caso non si dovrebbe più condurre un telegiornale di cui ci si vergogna" perché sentito come parziale.

I due conduttori, ma anche il sindacato dei giornalisti, prendono male questa specie di "fallo di reazione". La Ferrario scrive subito ai vertici aziendali (il presidente Annunziata, il direttore generale Cattaneo, i consiglieri). La conduttrice, veterana del Tg1 dove lavora da venti anni, si sente umiliata da un'accusa "infamante". Conferma di considerare il telegiornale "incompleto", ma rivela anche di aver detto queste stesse cose nelle riunioni di redazione con franchezza e cortesia. L'etichetta di ipocrita, insomma, è "del tutto ingiusta, e immeritata".

Altra lettera ai vertici della Rai, stavolta da David Sassoli, che ricorda: "Mimun, quando era un semplice caposervizio del Tg1, si faceva sentire e contestava spesso. Ma nessuno gli ha mai detto che, se non condivideva la linea politica, se ne doveva andare".

Abbastanza rabbuiato è anche il presidente del sindacato nazionale dei giornalisti, Franco Siddi, che accusa Mimun di "voler rimuovere, per giunta a mezzo stampa, chi non la pensa come lui".

Infine batte un colpo la rappresentanza sindacale interna al Tg1, che bolla le parole di Mimun come "insulti personali ai suoi collaboratori".

In serata, il direttore del telegiornale attenua i torni e giura di lavorare ad un chiarimento. Lui e la rappresentanza sindacale della redazione si vedranno mercoledì quando una soluzione, dice Natale del sindacato dei giornalisti della Rai, "andrà trovata".

Intanto, in un'intervista al quotidiano .Com, il consigliere Alberoni torna a premere sulla Annunziata (che ha accusato lui e gli altri consiglieri di essere marionette nelle mani di Silvio Berlusconi). Se Annunziata non si può licenziare, almeno può essere degradata a consigliere semplice: "Scegliamo un altro presidente", propone Alberoni. Ma il cattolico Giorgio Rumi, lui pure consigliere, non ci sta: "Un presidente non si cambia come una cravatta al mattino".
(a. fon.)

(7 febbraio 2004)


Fonte: La Repubblica online


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