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Giorno della Memoria e lotta all'intolleranza - mercoledì 28 gennaio 2004 at 01:33

Lillianes (AO). Ho seguito con vivo interesse e profonda commozione la trasmissione odierna sulla "Giornata della Memoria" e mi sembra importante che di questo argomento occorra parlarne SEMPRE, anche in futuro, affinchè la memoria di certe aberrazioni rimanga scolpita anche nella mente delle nuove generazioni.
Sono rimasto anche profondamente colpito dalla frase pronunciata da una ex internata nei campi di sterminio che ha deciso, dopo 50 anni di silenzio, di scrivere un libro sulla esperienza vissuta nei lager per rendere testimonianza del suo dramma ed affinchè certi tristi avvenimenti non abbiano a ripetersi mai più.
Significativa è anche la frase di Primo Levi (del quale ho avuto occasione di conoscerne la storia tramite un suo parente, professore universitario a Torino, quando militavo nel Movimento Federalista Europeo) quando afferma che nessuno avrebbe creduto al dramma vissuto nei lager dagli ebrei e di tanti altri perseguitati anche se lo avessero raccontato.
Piuttosto sono alquanto scandalizzato per il fatto che si stia dando voce e forza a questo ricordo dopo tanti lunghi anni di silenzio, quando il buon senso avrebbe suggerito che il dramma dell'Olocausto avrebbe dovuto essere "amplificato" soprattutto negli anni passati quando i primi gruppetti di neo-nazisti e di nazskin hanno cominciato nuovamente a rialzare la testa, macchiandosi anche di diverse violente aggressioni.
A tal proposito vorrei sottolineare che i mass-media e gli organi d'informazione, dovrebbero dare forza e voce anche alle pulizie etniche che nel recente passato hanno interessato non solo nazioni vicinissime e confinanti con l'Italia (la ex-Jugoslavia ad esempio) ma altri territori più lontani, ad esempio nel continente africano, dove situazioni analoghe a quelle verificatosi nei campi di concentramento germanici si sono ripetuti crudamente e ciecamente anche recentemente, vedi Namibia, Etiopia, ecc..., senza che venisse dato quel risalto necessario per far prendere coscienza alle nuove generazione di questo fenomeno e senza che gli organismi internazionali abbiano sentito la necessità di intervenire, senza mezzi termini, per evitare e prevenire le pulizie etniche dovunque queste venivano attuate.
Ma mi sempre opportuno sottolineare che l'incitamento alla violenza ed all'odio verso i "diversi", anche se siano portatori di ideologie contrapposte o di modelli di vita o comportamenti non stereotipati, vada fermamente condannato e la televisione pubblica non dovrebbe permettere che gruppi politici si possano servire delle loro reti per lanciare proclami e campagne irresponsabili, spesso condite da demagogia, strumentalizzazioni e falsità, che spesso sono dei veri e propri incitamenti all'odio di classe ed alla caccia all'untore.
Con questo mi riferisco alla recente assemblea di "Forza Italia" ed alle interviste rilasciate, forse inconsapevolmente, da alcuni partecipanti a questa manifestazione, ma anche alle pesanti dichiarazioni contro gli avversari politici fatte da diversi leader di spicco di questa organizzazione.
Questi, scagliandosi con una violenza inaudita ed inaccettabile contro gli ex-comunisti, nei fatti plagiano ed incitano, tanti partecipanti alle manifestazioni o ai loro raduni celebrativi, ad un odio profondo ed ad una opposizione precostituita ed incivile, che umilia l'etica ed ogni regola democratica, verso gli avversari politici la cui intensità é pari, se non a volte superiore, a quella agitata da tanti gerarchi e gregari durante il periodo fascista.
Quello che appare e trasuda da certe dichiarazioni, infatti non è la normale contrapposizione ideologica per sottolineare la validità delle proprie idee al fine di aumentare i consensi e radicalizzare, comunque, la democrazia (e che può giustificare anche lo scontro verbale), ma è il profondo odio che caratterizza l'aggressione premeditata e continua verso coloro che non la pensano come il gruppo dominante vorrebbe e che ritengono che l'esercizio del potere in democrazia si debba realizzare, appunto, non con le regole della democrazia ma con la richiesta agli elettori di un mandato plebiscitario tale da scioglierli dai vincoli che le regole democratiche e costituzionali stabiliscono per poter stravolgere anche la Carta Costituzionale nel tentativo di imporre un proprio regime personale che demolisca anche certi valori basilari, che per l'Italia sono l'antifascismo e la Resistenza, valori che hanno contribuito a far rinascere il paese dalle ceneri della dittatura e dalle rovine della guerra e dalla miseria, morale e materiale, in cui la barbarie fascista e nazista l'avevano fatto precipitare.
Certi atteggiamenti irresponsabili, poi, vengono letti, da chi assiste all'agone politico da spettatore e non da attore, come l'incitamento ad uno scontro fisico che si cerca di attuare spingendo l'avversario contro il muro per provocare una sua reazione tale da far scattare l'apparato repressivo per mettere così sotto silenzio l'opposizione.
Già oggi nel paese, ascoltando certi interventi pubblici di esponenti del centro-destra, si avverte un'aria pesante ed un clima intimidatorio che viene alleggerito dal fatto che l'Italia non è una Repubblica delle banane, come qualcuno pensa, ma uno stato inserito nell'ambito della Comunità Europea, e questo dà una certa garanzia che qualsiasi tentativo di imporrre un governo antidemocratico al paese possa trovare delle contrapposizioni politiche a livello comunitario che non possono essere sottovalutate. Questo forse basta per scoraggiare certe tentazioni.
Ma il fatto che il presidente del Consiglio, si sia scagliato più volte contro l'euro, per addossare le responsabilità dei pesanti aumenti dei prezzi, soprattutto delle derrate agro-alimentari, è significativo della tentazione autoritaria che accomuna certi alti esponenti della politica di centro-destra che forse, accarezzando un'autarchia antistorica, pensano di creare in Europa una propria isola felice magari coinvolgendo incosciamente il popolo che spesso è distratto sui meccanismi della politica e si fa condizionare da avvenimenti che non riesce dovutamente a controllare e, soprattutto, dalle campane assordanti di una certa stampa e di alcune televisioni che diffondendo una falsa informazione, che non contribuisce alla loro crescita civile e culturale ed impedisce loro di poter effettuare una critica serena e convinta sulle proposte, sui comportamenti e sui risultati politici delle varie aggregazioni in lizza sulla scena politica italiana.
E bene ha fatto Fassino quando ha rinfacciato a Berlusconi il mancato controllo del Governo sul meccanismo dell'aumento dei prezzi, che ha permesso alle lobbies agro-alimentare di aumentare a loro piacere il costo delle derrate, e lo ha invitato ad essere coerente con certi suoi slogan propagandistici proponendo al Parlamento ed al Paese l'uscita dell'Italia dall'euro e dall'Europa.
Infatti, è significativo che questo fenomeno sia stato controllato da diversi governi europei e l'aumento dei prezzi sia risultato molto più contenuto rispetto all'Italia tant'è, da quanto mi risulta, da spingere diversi nostri connazionali, residenti nei comuni confinanti con l'Austria, ad attraversare i confini per i loro acquisti in quanto i prezzi risultano concorrenziali in quel paese rispetto a quelli italiani.
Tutta questa situazione, quindi, va analizzata in ogni sua componente per cercare di coinvolgere il popolo italiano sulle contraddizione di certe enunciazioni che allegramente vengono pronunciate e subito dopo contraddette scaricando sempre sulle opposizioni le responsabilità della propria incapacità di fare politica e della scarsità dei risultati conseguiti.
E pensando alle dichiarazioni rese oggi dal Presidente del Consiglio, e amplificate dai commenti redazionali della televisione, in merito alla costituzione di un Comitato permanente contro l'intolleranza, dubito che egli creda veramente alla funzione di tale organismo perchè non credo che abbia avuto un repentino ripensamento sulle sue intolleranze contro gli ex-comunisti, espresse nei giorni scorsi dal palco dell'assemblea di Forza Italia, e sicuramente non mancheranno altre occasioni, nei prossimi giorni, per il
ripetersi di analoghi atteggiamenti di astio verso il polo politico opposto per sottolineare e confermare che le sue parole odierne, pronunciate dal palco della Commemorazione del Giorno della Memoria, erano e si confermeranno solo di facciata.
Il fatto, poi, che lo stesso Fini, spiazzando molti suoi alleati nella coalizione di centro-destra e molti suoi seguaci di partito, abbia preso (e con encomiabile coraggio aggiungo) le distanze dalle atrocità commesse dal fascismo e condannando quelle commesse dal nazismo, soprattutto contro il popolo ebraico, dovrebbe far meditare i leader di Forza Italia sui rischi che si possono correre soffiando sulle fiamme dell'intolleranza.
Per questi motivi la "Giornata della Memoria" dovrebbe suscitare nel popolo italiano una ferma condanna verso certi personaggi che con la loro irresponsabilità e con il loro incitamento all'odio potrebbero far ripetere al paese un dramma già vissuto e che non dovrebbe essere sollecitato proprio da coloro che rivestono importanti ruoli istituzionali e di governo che dovrebbero avere come fine ultimo del loro modo di far politica, se davvero credono a quel che affermano, la pacificazione reale del popolo italiano e non sollecitare il rigurgito o la nascita di nuove violenze.

(27 gennaio 2004)
Santoro Salvatore Armando - Lillianes (AO)




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