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Intitolazione Biblioteca a P.G. Salimbeni - domenica 11 gennaio 2004 at 18:26

Dasà (VV). Il 29 dicembre 2003, si è svolta in Dasà una cerimonia-convegno d’intitolazione della struttura biblioteca, sita in viale Aldo Moro, al poeta Pier Giovanni Salimbeni; struttura che dovrebbe essere adibita in un prossimo futuro a biblioteca polifunzionale.
Al convegno organizzato dall’amministrazione comunale di Dasà e dall’associazione culturale dasaese erano presenti, in veste di relatori: il sindaco prof. Francesco Antonio Romanò, l’assessore alla cultura Saverio Carrà, il presidente dell’associazione culturale Domenico Maneli, l’editore Pellegrini giunto da Cosenza, il giornalista ed archivista dott. Ferdinando Scarmozzino, lo storico ing. Antonio Tripodi ed il moderatore prof. Francesco Romanò.
La sala conferenze, della struttura intitolata, era gremita di un pubblico paziente ed attento tanto da meritare ciò una sottolineatura nell’intervento dell’editore Pellegrini.
I lavori, che per tanti versi sono sembrati una riedizione parziale del convegno svoltosi all’archivio di stato di Vibo Valentia il 4 novembre 2002, sono stati aperti dall’intervento del Sindaco il quale cita tra le altre cose una notizia sul Salimbeni poco nota ai giovani ed a chi non era presente al convegno di Vibo, ossia che “negli anni sessanta era presente in Dasà un circolo culturale Pier Giovanni Salimbeni”; ricorda tra l’altro che “nessuna via o struttura è mai stata dedicata a personaggi di Dasà e che proseguendo da quest’intitolazione nel prossimo futuro l’amministrazione comunale rimedierà dedicando alcune vie a dasaesi che nel corso degli anni hanno dato lustro al paese. Ha aggiunto che prossimamente sarà dedicata al Salimbeni la via d’ingresso al paese (per chi proviene da Vibo Valentia); precisamente il tratto dal fiume Petriano fino all’ufficio postale”.
Pier Giovanni Salimbeni, come certamente sapranno i frequentatori di questo portale, è nato a Limpidi di Acquaro nel 1721 e morto a Dasà nel 1792. Un personaggio, definito dai relatori, con una poliedricità di interessi che andavano dalla musica alla poesia e che fondò nel 1786 una scuola di “belle lettere” e filosofia nel paese.
Interessante, ma a tratti flèmma, la lettura del S. fatta dal dott. Scarmozzino che conclude in crescendo il suo intervento riprendendo parzialmente la conclusione sulla figura del S. fatta dall’ex preside del liceo classico di Vibo Valentia prof. Giacinto Namia in occasione del convegno all’archivio di stato: “… tuttavia una lettura più attenta e paziente … del Rabbino … può aiutare a rilevare momenti di schietta commozione … per la storia dell’ethos e della cultura calabrese”.
Il “Rabbino”, come detto dal moderatore Francesco Romanò, è la principale opera letteraria del Salimbeni e di essa esistono due copie soltanto una alla biblioteca nazionale di Napoli e l’altra alla biblioteca comunale “De Nobili” di Catanzaro.
Colto e ricco di particolari è stato l’intervento dello storico Tripodi che non manca di autosottolinearlo simpaticamente. Esordisce scusandosi con la platea per non essere riuscito a preparare come avrebbe voluto il suo intervento per mancanza di tempo, ma da una piccola critica, da egli fatta sull’organizzazione dei lavori “perdonabile”, emergerebbe che: “Il suo Nome è stato inserito nei manifesti di pubblicizzazione dell’evento a sua insaputa o quantomeno senza che egli avesse dato piena disponibilità alla partecipazione al convegno”.
Il prof. Francesco Romanò uno dei maggiori esperti del Salimbeni, avendone dedicato un lungo saggio nel suo libro Domestici Lari, nel suo spaziante intervento fa un’analisi del contesto storico in cui S. visse “in pieno Illuminismo” e non esita a definirlo a più riprese un conservatore, come oggi si direbbe, non ritrovando egli nelle opere del poeta traccia alcuna di quel movimento culturale che attraversò l’Europa e Napoli città dove S. insegnò.
“Il contesto storico - disse, a noi profani, un giorno una nostra amica studentessa di filosofia - è stato quel concetto il quale una volta che ebbi a pieno assimilato fecero sì che i mie sforzi per comprendere la filosofia finissero, oltre che proiettarmi in una visione dei fatti accaduti nel passato la più obiettiva possibile”.
Tornando al convegno, dopo due ore finiscono gli interventi dei relatori e quando il moderatore coinvolge il pubblico presente, chiede la parola l’avv. Gaetano Corrado che non esita a rivolgere una forte e dettagliata critica alla scelta operata a favore del poeta Salimbeni, evidenziando come Dasà aveva dato i natali allo storico e pluridecorato colonnello medico Raffaele Palmieri meritevole a suo dire di avere intitolata la struttura biblioteca. L’ora era tardi e mezza sala abbandona il convegno, ormai avviato al termine, ed il sindaco invita l’avv. Corrado a rimanere al tema Salimbeni aggiungendo che in futuro prenderanno in considerazione, per eventuali intitolazioni, altri cittadini oltre il poeta Pier Giovanni Salimbeni.
mimc
(11 gennaio 2004)


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