News Item

View All News Items

Due innocenti sulla sedia elettrica - giovedì 19 giugno 2003 at 09:57
Mezzo secolo fa il caso dei coniugi Rosenberg, vittime dell'America maccartista
Due innocenti sulla sedia elettrica

La sera del 19 giugno del 1953, migliaia di poliziotti presidiavano la prigione di Sing Sing, a New York. Cinquanta chilometri più a sud, a Union Square, e a Washington, proprio davanti alla Casa Bianca, si dà appuntamento un altro "esercito" non meno imponente: lavoratori, intellettuali, attivisti dei diritti umani che, sfidando le maglie repressive del maccartismo, sui cartelli dipinti a mano chiedono clemenza per degli innocenti. Tre scariche elettriche ad alto voltaggio spengono le ultime speranze: una per Julius Rosenberg, due per la sua consorte Ethel. L'America di Eisenhower non ha pietà per questa coppia di ebrei comunisti, accusati di "alto tradimento" e spionaggio per conto dell'Unione Sovietica.

Il maccartismo


Mentre il mondo è in piena guerra fredda tra il blocco socialista e quello a guida statunitense - una guerra che talvolta diviene calda e guerreggiata, come nel caso della Corea e dell'Indocina - gli Usa non perdono d'occhio il proprio fronte interno. Ogni opposizione alla farsa bipolare tra "democratici" e "repubblicani" è stroncata sul nascere. Chi esprime riserve o critiche verso il modello di vita americano viene licenziato, isolato, incarcerato, non di rado indotto al suicidio per le denigrazioni subite. Scatta la censura sull'arte e il cinema: a farne le spese è in primo luogo Hollywood, che vede cadere una ad una alcune delle sue stelle più lucenti. Anche un grande attore progressista come Charlie Chaplin è vittima di quella impressionante "caccia alle streghe" che è stata di recente oggetto di rievocazione letteraria in quello straordinario romanzo che è "Ho sposato un comunista" di Philip Roth.

Da quando - poco dopo la fine della guerra mondiale - non sono più l'unica potenza nucleare, gli Stati Uniti sviluppano una vera e propria ossessione nei confronti dell'Urss. Non possono accettare che un paese comunista, ancora pochi decenni prima in condizioni semi-feudali, sia riuscito a colmare un immenso gap economico e tecnologico. E' necessario preparare l'opinione pubblica interna e internazionale a un nuovo conflitto. Occorrono simboli del pericolo rosso. I coniugi Rosenberg servono a questo scopo.

Entrambi erano primogeniti di famiglie newyorchesi che lottavano per la sussistenza negli anni peggiori della Grande Depressione. Julius si specializzò come ingegnere civile e, indignato per i misfatti del nazifascismo e scosso dalla crescente disuguaglianza sociale e "razziale" negli Usa, si avvicinò gradualmente alle idee marxiste. Una storia che s'incrocia con quella di Ethel, costretta ad abbandonare gli studi per lavorare come segretaria in una compagnia navale dalla quale fu poi licenziata per aver promosso uno sciopero di 150 donne. Si conobbero durante una festa di autofinanziamento del sindacato dei marinai e da quel momento la loro vita sentimentale e l'impegno politico divennero tutt'uno, culminando con il matrimonio e l'adesione al partito comunista.


Una spy-story creata ad arte
Il 28 agosto del 1948, l'Unione Sovietica sperimentò la sua prima bomba atomica. L'anno seguente, un agente del controspionaggio dell'Fbi sostenne che il merito di ciò era da attribuire alle indiscrezioni sul progetto Manhattan - il piano Usa per lo sviluppo della micidiale arma di sterminio - venute a cadere nelle mani dei servizi sovietici. I sospetti caddero su Klaus Fuchs, brillante fisico di origine tedesca che lavorò al progetto in Nuovo Messico. La sua unica colpa era di aver militato nelle file comuniste in Germania, negli anni dell'avvento di Hitler, e successivamente di aver criticato la corsa agli armamenti nucleari da parte degli Usa.

In quella che viene orchestrata come la più classica delle spy-stories, è tirato in ballo anche il fratello minore di Ethel Rosenberg, David Greenglass, accusato di aver fornito ai russi informazioni relative alla struttura interna della bomba. Tratto in arresto il 15 giugno del 1950 e sottoposto ad insistenti torture fisiche e psichiche, "confessa" di aver recitato un ruolo di rilievo nella cospirazione anti-americana. Gli aguzzini ottengono anche la chiamata in correità del cognato, con il quale Greenglass era unito dalla comune militanza politica. Julius fu arrestato il 17 giugno, Ethel - inaspettatamente - l'11 di agosto. Non le fu concesso neanche il tempo di dare in affidamento i due figli in tenera età.


Un dramma politico e familiare
Il processo contro il presunto "nido di vespe" ebbe inizio il 6 marzo di 1951. I Rosemberg dichiararono ostinatamente la propria innocenza, appellandosi al quinto emendamento costituzionale per ribattere alle accuse sui trascorsi comunisti. Ma il verdetto era stato già scritto: malgrado la mobilitazione mondiale in loro sostegno, che negli Stati Uniti vide scendere in campo personalità come Albert Einstein e il premio Nobel Harold Urey, il giudice Irving R. Kaufman in poche settimane li condannò alla sedia elettrica. La pena fu applicata due anni più tardi, dopo una serie di appelli andati a vuoto grazie all'ostruzionismo dell'ala più oltranzista del governo. Le prove trovate dalla difesa non riuscirono a scalfire l'impianto accusatorio costruito con le dichiarazioni estorte a Greenglass, che se la cavò con quindici anni di detenzione ma già nel 1960 uscì dal carcere. La verità è venuta a galla solo di recente, in un libro di memorie scritto dallo stesso Greenglass, dove questi ammette di aver recitato consapevolmente la parte della pedina, trovandosi a scegliere tra la propria incolumità e quella della famiglia della sorella.

Dopo l'omicidio di Stato dei Rosenberg, definito da Jean-Paul Sartre «un linciaggio legale che macchia di sangue un intero paese», ottomila persone assistettero alla funzione funebre nel cuore di Brooklyn, esprimendo silenziosamente la rabbia dell'America democratica contro questa macchinazione. Né la prima né l'ultima nella storia degli Stati Uniti, come dimostrano le decine di processi pilotati contro chi si è ribellato all'imperialismo "sin dentro le viscere del mostro": da Sacco e Vanzetti ai pacifisti e antirazzisti degli anni '70, da Mumia Abu Jamal e Silvia Baraldini fino ai cinque patrioti cubani arrestati in Florida.

Claudio Grassi
(19 giugno 2003)

Fonte: Liberazione online


Rosenberg, Julius ed Ethel

Coniugi statunitensi, protagonisti, nel periodo più acuto della Guerra Fredda e del maccartismo, di un clamoroso processo. Entrambi nati a New York da emigrati ebrei russi, Julius Rosenberg (1918-1953), fisico, e la moglie Ethel Greenglass (1920-1953) furono arrestati dall'FBI nell'estate del 1950 con l'accusa di cospirazione e di spionaggio, per aver passato all'Unione Sovietica durante gli ultimi anni della seconda guerra mondiale informazioni sulla fabbricazione della bomba atomica. I coniugi Rosenberg, che sino all'ultimo sostennero la loro innocenza, furono processati nel marzo del 1951; giudicati colpevoli, vennero condannati a morte. Nonostante i numerosissimi appelli per la concessione della grazia e la vasta e ferma protesta internazionale per la controversa sentenza, furono giustiziati il 19 giugno 1953 nel carcere di Sing Sing.

home page


Per inviare una tua notizia alla redazione, posta qui:

news per la redazione altomesima


Powered by Web Wiz Site News version 3.05
Copyright ©2001-2002 Web Wiz Guide