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Una battaglia senza colore politico - sabato 14 giugno 2003 at 09:20
In programma per i primi di luglio uno sciopero generale indetto dai confederali

Il dibattito è stato aspro, ma ampiamente convergente. Su cosa? Su un punto di fondo: lottare strenuamente per la difesa dello stabilimento metalmeccanico vibonese. La riunione del consiglio congiunto tra Comune e Provincia, svoltosi ieri davanti ai cancelli del Nuovo Pignone, è stata aperta dai presidenti dei due organi consiliari, Michele Comito e Martino Porcelli. Ma ad aprire le danze del dibattito è stato il sindaco Elio Costa: «Siamo qui non per parlare di quanto è accaduto sinora, ma per decidere cosa è possibile fare per il futuro. Nell'incontro tenutosi a Roma abbiamo detto a chiare lettere di non essere disposti ad accettare quanto sta avvenendo. Ed oggi (ieri, ndr) intendiamo dimostrare la nostra intenzione a fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità affinché la fabbrica non chiuda». Il dibattito è proseguito poi con l'intervento del presidente della Provincia Ottavio Bruni: «Il momento è drammatico. Stiamo attenti: non è il caso di fare dietrologia o processi sugli errori commessi in passato. È opportuno, invece, dimostrare che questa battaglia non ha colore politico e che tutti insieme riusciremo a vincerla. Perché non consentiremo mai che si consumi un delitto di così ampie proporzioni». Ha preso poi la parola, a nome dei dipendenti, Giuseppe Garrì, soffermatosi a tracciare la storia dell'azienda, le decisioni talvolta discutibili, quelle decisamente errate. Gli ha fatto eco un lavoratore in mobilità, Vittorio De Paola: «Bisogna colpire l'azienda sul piano dell'immagine, serve il coinvolgimento di politici e sindacati a livello nazionale». Spunti di riflessione approfonditi dai segretari di Cgil, Cisl e Uil, Raffaele Mammoliti, Sergio Pititto, Luciano Prestia, i quali hanno anche puntato il dito contro la Regione, unico ente non rappresentato nella riunione di ieri: «È chiara l'intenzione della General Electric di smobilitare, di chiudere l'azienda: da sola, la solidarietà di Comune, Provincia, e dei parlamentari non basta: è necessario sostenere tutte le iniziative dei lavoratori fin quando questa vertenza non avrà esito positivo». I tre sindacalisti, inoltre, hanno indetto per il prossimo 2 luglio uno sciopero generale. Non è mancata però la polemica con lo Slai Cobas, a nome del quale è intervenuto Giovanni Patania: «Bisognava che il sindacato confederale gestisse meglio gli accordi del '98. Noi continueremo a condurre una battaglia trasparente, non facendoci intimidire da nessuno». Determinati anche gli interventi del segretario regionale della Fiom Cgil, Mario Sinopoli e di quello interno all'azienda, Nazzareno Denami «Sono foschi i propositi della proprietà e noi l'abbiamo capito. Per questo non scenderemo a patti nella prossima riunione di Roma (il 17, ndr) respingeremo il provvedimento di cassa integrazione. Potremo eventualmente discutere solo progetti di rilancio dell'azienda». Hanno concluso i parlamentari: Bevilacqua (An), Iovene (Ds), Ranieli (Udc), tutti concordi nel continuare a sostenere unitariamente la vertenza fino alla sua definitiva soluzione. Per ultimo, l'intervento del segretario regionale di Rifondazione comunista Giuseppe Commodari, critico anche nei confronti della classe politico-istituzionale.
Pier Paolo Cambareri
(sabato 14 giugno 2003)

Fonte: Gazzetta del Sud online



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