News Item

View All News Items

La strategia della Rai per oscurare il referendum - sabato 31 maggio 2003 at 12:07

Il servizio pubblico nel 2000 dedicò il doppio, a volte il triplo del tempo a un'analoga scadenza
I dati che riportiamo parlano con la chiarezza dei numeri e confermano quello che fino a ieri era solo un sospetto. La Rai ha voluto oscurare la campagna referendaria, ha voluto aiutare la posizione astensionista assunta dalla maggior parte delle forze politiche.
In che modo? Certo il servizio pubblico non ha potuto evitare di organizzare le tribune referendarie, ma ha dato loro un numero inferiore di minuti e ha assegnato orari tali da farle seguire dal minor numero possibile di utenti. Lo stesso numero di minuti se trasmesso in un orario di punta coinvolge e rende informati un maggior numero di telespettatori rispetto ad orari di minore ascolto in cui i telespettatori sono un numero dichiaratamente inferiore.

Ed ecco che facendo un attento raffronto fra i due palinsesti, quello del 2000 e quello del 2003, possiamo scoprire che Raiuno ha dedicato alla scorsa campagna referendaria il doppio del tempo ad oggi coinvolgendo 300mila spettatori in più. Raidue nel 2000 ha dedicato quasi tre volte il tempo di oggi coinvolgendo 700mila spettatori in più. Raitre ha dedicato tre volte il tempo di oggi, ma nel 2000 è stata vista da 400mila spettatori in meno.

Sappiamo bene l'obiezione che si può fare: oggi i referendum sono due mentre nel 2000 erano sette. Ma si tratta di un'obiezione solo apparentemente efficace. La Rai organizza campagne referendarie "complessive" che comprendono i referendum che la Corte costituzionale ha definito legittimi. Queste devono essere fatte per informare il cittadino e per indurlo ad andare a votare. Il problema principale è, infatti, quello di raggiungere il quorum per garantire il massimo di democrazia. A questo fine è importante lo spazio complessivo che viene dedicato ad una campagna referendaria al di là del numero dei referendum in questione. I referendum si giocano sempre e soprattutto sull'informazione. E i referendum che voteremo il 15 e il 16 giugno sono particolarmente penalizzati se è vero che una parte notevole degli italiani ancora non sa che cosa andrà a votare.

Rimane sullo sfondo di questi dati il fatto, anch'esso grave, che nessuna trasmissione di prima serata è stata ancora dedicata ai referendum e che quindi l'unica informazione che la Rai dà è quella ristretta e burocratica delle tribune elettorali. Ce ne è abbastanza per gridare allo scandalo e per chiedere che i vertici del servizio pubblico cambino rapidamente rotta.

31 maggio 2003

Fonte: Liberazione online

Vota il Sondaggio sull'Articolo 18


home page






Per inviare una tua notizia alla redazione, posta qui:

news per la redazione altomesima


Powered by Web Wiz Site News version 3.05
Copyright ©2001-2002 Web Wiz Guide