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«Solo giochi di potere attorno a Vibo Sviluppo» - giovedì 29 maggio 2003 at 09:07
L'assessore regionale Domenico Basile boccia il “compromesso” trovato in consiglio d'amministrazione
«Solo giochi di potere attorno a Vibo Sviluppo»

Vibo Valentia - La decisione salomonica di dividere per quattro le funzioni dell'amministratore delegato di Vibo Sviluppo (è stato, infatti, nominato dal consiglio un quadrunvirato), non è andata giù all'assessore regionale all'Ambiente Domenico Basile (An). Anzi quest'ultimo atto della vicenda che per qualche settimana ha scandito le fasi della società che gestisce i patti territoriali gli dà spunto per ritornare sull'argomento e rincarare la dose di critiche. In particolar modo nei confronti dell'attuale classe dirigente vibonese, che accusa di miopia acuta. «Gli amministratori, i politici, gli imprenditori, le parti sociali – sottolinea Basile – non riescono a vedere al di là del proprio naso e ancora una volta dimostrano di preoccuparsi solo di assicurarsi un posto nella stanza dei bottoni, in piena obbedienza alla vecchia logica dell'occupazione sistematica del potere, per coltivare la solita gestione clientelare». Secondo l'assessore regionale su Vibo Sviluppo si è visto di tutto e di più: «soggetti istituzionali che all'occorrenza si riscoprono repentinamente rappresentanti di se stessi e dei propri amici, o peggio ancora, si trasformano in tessitori del “nuovo ordine provinciale” perseguito per supplire ad anni di arroganza e prevaricazione; campioni dell'imprenditoria che confondono la crescita collettiva con l'interesse particolare; giovani di buona volontà che si improvvisano manager navigati». In poche parole Basile ritiene che Vibo Sviluppo ormai serva «per i giochi di potere e per dividersi quelle che rischiano così di diventare solo piccole briciole». A suo giudizio non c'è altra lettura possibile della vicenda della società, nata per gestire i Patti territoriali ma trasformatasi «in area di parcheggio nel tentativo di recuperare, in chiave elettoralistica e di potere, alcune posizioni politicamente fragili. Basta scorrere i nominativi prescelti per il consiglio d'amministrazione, oppure guardare alle tattiche sinora adottate per assicurarsi un posto nella gestione societaria, in spregio a qualsivoglia norma etico-morale, di buon senso politico e di diritto societario. Immaginando un simile epilogo – conclude – avevo suggerito un'azione coraggiosa per dare più forza al mandato di questa società. Si è però preferito il “basso profilo” continuando con i compromessi di una politica stantìa».

(giovedì 29 maggio 2003)


Fonte: Gazzetta del Sud online

Vibo Sviluppo


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