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Dal governo israeliano sì al nuovo piano di pace - domenica 25 maggio 2003 at 16:54
Con 12 voti a favore, 7 contrari e 4 astenuti, il governo di Sharon
dà il via libera alla "Road Map" per il Medio Oriente

Possibile domani un incontro tra il premier israeliano
e il palestinese Abu Mazen

GERUSALEMME - Via libera del governo israeliano al nuovo piano di pace per il Medio Oriente. Seppure con riserve, oggi il governo di Ariel Sharon ha infatti approvato la cosiddetta "road map", il piano di pace per il Medio Oriente elaborato dai mediatori del Quartetto di Madrid - e cioè Unione Europea, Onu, Russia e Stati Uniti - che prevede tra l'altro la creazione di uno Stato indipendente palestinese entro il 2005. Il primo ministro aveva già annunciato nei giorni scorsi la positiva disposizione del suo governo, ma molte incognite rimanevano sull'accettazione del piano da parte degli esponenti della destra radicale del suo esecutivo. Ma il premier, forte della grande affermazione alle elezioni di metà gennaio, ha avuto la meglio, facendo passare la "road map" tra i 23 membri del gabinetto con dodici voti a favore a fronte di sette contrari e di quattro astensioni.

"E' giunta l'ora di dividere questo pezzo di terra tra noi e i palestinesi", avvertiva prima della votazione Sharon dalle colonne del quotidiano Yedioth Ahronoth. Grande sconfitto appare il suo predecessore e acerrimo avversario all'interno del Likud, Benjamin Netanyahu, attuale ministro delle Finanze.

La decisione odierna di Israele viene ritenuta dalla maggior parte dei commentatori di importanza "storica": per la prima volta infatti Israele dà il suo assenso alla costituzione di uno stato palestinese nei Territori occupati nel conflitto del 1967. Ma se la nascita dello stato palestinese accanto a quello ebraico è stata in qualche modo accettata, simultaneamente il governo di Sharon ha adottato una risoluzione in cui si ribadisce la negazione del diritto a ritornare alle proprie case per i rifugiati palestinesi, che le dovettero abbandonare in concomitanza con la creazione d'Israele.

Le condizioni che nei giorni scorsi erano state sollecitate da Israele per l'applicazione della "mappa per la pace" rappresentano una "linea rossa" che dovrà essere rispettata da tutti i futuri governi, ha sottolineato Sharon nel corso della concitata riunione di oggi. Gli Stati Uniti avevano precisato di essere disposti a "considerare seriamente e in modo esaustivo" le richieste di Israele, ma di non avere intenzione di inserirle, per il momento, nel piano per la pace.

Con il voto di oggi, probabilmente già domani ci sarà un nuovo incontro tra Sharon e il premier palestinese Abu Mazen dopo quello, avvenuto sotto le bombe dei kamikaze, il 17 maggio scorso. E l'assenso di Israele sembra ora spianare la strada anche a un incontro a tre, con la partecipazione di George W. Bush: ma il presidente degli Stati Uniti, che ha ipotizzato il vertice a tre nei giorni scorsi, secondo fonti della Casa Bianca si aspetta che ambedue i leader facciano i primi passi previsti dalla "road map". Una delle ipotesi allo studio, è di organizzare un vertice a tre dopo il Summit del G8 (i Sette più ricchi più la Russia), che si svolgerà ad Evian, in Francia, tra il primo e il 3 giugno. Il vertice a tre potrebbe svolgersi a Sharm-el-Sheik, sul Maro Rosso, in Egitto. Il presidente americano si aspetta in particolare che Abu Mazen riesca a bloccare gli attacchi contro gli israeliani ad opera degli estremisti palestinesi, mentre chiede a Sharon di revocare alcune delle sanzioni che ostacolano lo sviluppo dell'economia palestinese.

(25 maggio 2003)


Fonte: La Repubblica online

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