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Meno turisti nel 2002 in provincia - venerdì 1 novembre 2002 at 15:27
Secondo la Camera di commercio ci sarebbe stato un calo di 15 punti percentuali

Ancora una stagione non favorevole per il turismo nella provincia di Vibo Valentia. Sono queste le conclusioni della Camera di Commercio di Vibo Valentia, a commento dell’indagine sul consuntivo della scorsa stagione estiva, effettuata su un campione di operatori della ricettività alberghiera ed extra-alberghiera della costa della provincia di Vibo Valentia con la collaborazione di Mosa, l’azienda speciale della Camera di commercio di Matera. “Le cause dell’andamento negativo - si legge nella relazione - che rispecchia i dati dell’intera regione Calabria, sono da ricercarsi soprattutto nell’ “effetto Euro” che ha frenato i consumi di vacanza sul mercato interno, alimentando l’impressione di un aumento dei prezzi ben superiore a quello indicato dalle stime ufficiali dell’Istat, e ha probabilmente accentuato i problemi di competitività dell’area sul mercato estero (europeo, in particolare), dal momento che la valuta unica consente ormai un’immediata valutazione di convenienza delle diverse alternative di vacanza da parte della domanda”. L’indagine conoscitiva registra “una flessione della clientela accompagnata ad una riduzione del periodo di soggiorno dei turisti e ad una chiusura “anticipata” della stagione (aspetti riconducibili anche alle avverse condizioni meteorologiche che hanno interessato buona parte del periodo estivo), riducendo ulteriormente, quindi, i risultati economici delle imprese”. L’andamento dell’attività turistica nella provincia di Vibo Valentia, secondo quanto rilevato tra gli operatori turistici, è risultato, tuttavia, fortemente differenziato tra le diverse tipologie di strutture ricettive: al bilancio negativo delle presenze nei “villaggi” e negli esercizi alberghieri della fascia alta (4 stelle), coincidenti in molti casi con le strutture di dimensioni maggiori, è corrisposta una crescita del movimento turistico negli alberghi della fascia intermedia (3 stelle) e nei “residence”. Per quanto riguarda le località di provenienza, le flessioni più diffuse hanno interessato l’estero, mentre il Centro-Nord ha “tenuto” grazie al buon dinamismo della domanda proveniente dalla Lombardia, che ha compensato le “perdite” di clientela registrate nelle altre regioni. Più in dettaglio, le presenze turistiche hanno evidenziato una flessione quantificabile nell’ordine del 15% rispetto alla stagione estiva 2001, che pure si era chiusa con un bilancio negativo (-6%). A determinare tale andamento ha contribuito sia il settore alberghiero, dove la variazione può essere stimata nell’ordine del -18 %, sia quello extra-alberghiero, sebbene in misura inferiore (-14%) grazie all’aumento delle presenze registrato nei residence. In effetti, le flessioni hanno interessato soprattutto le strutture di maggiori dimensioni (quasi il 60% dei villaggi turistici, ad esempio, ha accusato una riduzione della domanda) determinando, in tal modo, una variazione media complessiva delle presenze ampiamente negativa.
Ciò spiega anche perché, nel comparto alberghiero, pur in presenza di una prevalenza di andamenti positivi (40%), la clientela è fortemente diminuita.
Rispetto alle previsioni formulate dagli operatori all’inizio dell’estate, hanno sostanzialmente trovato conferma le aspettative di crescita (segnalate da circa un terzo degli intervistati), mentre una quota significativa di previsioni stazionarie si è tradotta, in sede di consuntivo, in flessioni della domanda.
Si è interrotta, quindi, la positiva tendenza emersa nel 2001 ad una maggiore destagionalizzazione dell’attività turistica nell’area. A pregiudicare i risultati dell’ultima stagione estiva ha concorso anche l’accorciamento del periodo di soggiorno.
Si tratta di una tendenza già rilevata lo scorso anno che, se da un lato appare coerente con il processo di “frammentazione” dei periodi di vacanza che caratterizza l’attuale evoluzione del mercato turistico a livello nazionale, dall’altro, potrebbe riflettere anche una inadeguata organizzazione dei servizi in ambito locale e una scarsa integrazione dei resort balneari con il territorio, che si traducono in una minore capacità dell’area di “trattenere” la clientela. Sulla flessione delle presenze turistiche ha pesato, inoltre, la riduzione della stagione estiva, dovuta probabilmente alle non favorevoli condizioni meteorologiche. Si è interrotta la positiva tendenza - emersa nel 2001 - ad una maggiore destagionalizzazione dell’attività turistica nell’area.
Per quanto riguarda le principali tipologie di clientela, prevalgono le indicazioni negative in ordine all’andamento del turismo organizzato, in particolare nel comparto alberghiero, dove tale componente della do-manda rappresenta quasi i 2/3 del movimento estivo complessivo.

fonte Il giornale di calabria online



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