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I danni del “teleabuso” - mercoledì 21 maggio 2003 at 09:19
Se la televisione diventa l'unica baby-sitter: i danni del “teleabuso”

VIBO VALENTIA – La televisione diventa sempre più un nemico da cui stare alla larga. Con il suo carico deleterio di pseudo valori è ormai diventata la baby sitter delle nuove generazioni che trascorrono gran parte della loro giornata incollati al video. Secondo un'inchiesta gli adolescenti calabresi sono affetti da “teleabuso”, forma di intossicazione cronica. Il dato emerge da un lavoro condotto dall'Osservatorio sui diritti dei minori nei mesi di aprile 2003 su una campionatura di mille soggetti in età evolutiva compresa tra i 13 e i 17 anni dislocati sull'intero territorio regionale. L'inchiesta è stata coordinata dalla psicologa Maria Pia Dematheis. «L'aggravante di questa malattia – spiega il sociologo calabrese Antonio Marziale, presidente del Comitato scientifico – si fonda sulla complicità degli adulti, che si riflette nell'uso che essi ne fanno per sedare i ragazzi come se la televisione fosse una baby sitter». Il 71% dei soggetti in età evolutiva intervistati ha dichiarato di assistere a programmi televisivi per più di 4 ore al giorno. La televisione ruba così il tempo dedicato alla lettura, al gioco e alla socializzazione con i coetanei. Un utilizzo regolare consiglierebbe un'esposizione pari a 60/90 minuti giornalieri. Sta qui il confine tra uso e abuso. «La passione eccessiva per la tivù – rileva Marziale – crea non pochi disagi, primi fra tutti la perdita di iniziativa, di impulso, di senso critico. Il teleabusante si ritrova immerso in un mondo di profonda apatia con scoppi di violenza improvvisa». L'assoluto ed insistente sprofondamento della mente del telespettatore nello schermo genera «una sorta di intossicazione acuta che si riverbera in uno stato mentale ondeggiante tra l'ebbrezza ed il rapimento estatico, ricco di immaginazioni ma vuoto di valori reali. Il quadro complessivo della teledipendenza si sviluppa bruscamente andando a scapito del profitto scolastico, della comunicazione sociofamiliare e perfino del livello intellettuale e sentimentale del soggetto». Il presidente dell'Osservatorio stila i danni più frequenti provocati da tale tipo di intossicazione, che sono: «l'obesità, legata non solo al poco movimento, ma anche all'abitudine di sgranocchiare snack e merendine davanti allo schermo, la perdita di appetito, dolenze articolari, danni alla vista, capogiri e senso di nausea e alienazione». Un approfondimento di questo studio sarà illustrato il 30 maggio, a Paravati di Mileto, nell'auditorium della Casa fondata da Natuzza Evolo. Saranno presenti Antonio Marziale, tecnico che ha coadiuvato il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, nell'estensione del Codice di autoregolamentazione Tv e Minori, e don Fortunato Di Noto, presidente dell'Associazione Meter, realtà impegnata sul fronte dell'antipedopornografia su internet. «Un'occasione – secondo l'assessore provinciale alla Cultura, Giuseppe Ceravolo – per conoscere i nostri figli e per riflettere sul ruolo, sempre più passivo, della comunità adulta».
(l.f.)
(mercoledì 21 maggio 2003)

Fonte: Gazzetta del Sud online

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