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Le Tecniche di Marketing del Cavaliere - martedì 20 maggio 2003 at 12:11

Il Presidente del Consiglio sino ad oggi ci aveva abituati ad un metodo di pubblicizzazione di se stesso e della propria parte politica, tratto dalla teoria dei controlli automatici, "la controreazione adattata".
Il premier Berlusconi, in sostanza lanciava un messaggio politico nei media (ingresso), questo entrava nel sistema (opinione pubblica) si prelevava l'uscita
(responso dell'opinione pubblica al messaggio) la quale veniva confrontata, dopo un'elaborazione, con l'ingresso.
In base all'esito del confronto, il messaggio si reinviava nel circuito mediatico, adattattato al responso che il pubblico aveva dato al messaggio (vicino a ciò che il pubblico vuole sentirsi dire).
Questo metodo, ripetuto, un certo numero di volte (tanto quanto basta, per non perdere di credibilità).

Il nostro presidente del Consiglio con il discorso fatto il 18 maggio, rivolto agli azzurri e non solo, "apostoli, missionari, guerrieri di libertà", sembra aver cambiato tattica ed esser diventato propositivo, ideologico, (magari evocando un'Italia
mai esistita e nel caso qualcuno pensi, lo sia stata, ciò succedeva nel 1948, quando i comunisti mangiavano i bambini, nei manifesti democristiani) poco attento ai responsi dell'opinione pubblica.

Sarà forse il contrario?

Sarà forse che i sondaggi non indichino come importanti per la popolazione italiana, il lodo Maccanico e tante leggi votate dalla maggioranza?
sarà forse, la scarsezza di risultati ottenuti finora che il popolo, elettore si aspettava, e che non arrivano?
sarà forse, che ormai non si parla più di disoccupazione ma di posti di lavoro creati e che nessuno vede?
sarà che il costo reale della vita è aumentato più di quanto viene indicato virtualmente?

sarà ...?

Fatto è, che nonostante l'apparenza anche queste ultime esternazioni del nostro Premier rientrano nella medesima tattica di marketing, soggette anch'esse a "controreazione controllata" in cui il ramo elaborazione, richiede, pare, questa volta un salto dai problemi reali del paese;
ossia, un salto di campo del dibattito politico, per via della impraticabilità di tale campo, che i sondaggi hanno rivelato.
Ma il campo impraticabile è il campo in cui tutti i giorni noi comuni mortali dobbiamo per forza di cose giocare, onde poter mangiare nella vita reale, sarebbe virtuale ciò che il Premier ci propone nelle videoconferenze; un cibo che non sazierebbe stomaci vuoti.
Non si può cambiare campo a partita in corso, sarebbe "illiberale"; il campo di gioco deve contenere al primo posto le questioni sociali: salari, pensioni e diritti, perché di esse i sondaggi e la realtà parlano oggi in Italia.
mimc
(martedì 20 maggio 2003)


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