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Concertone, musica e polemiche - venerdì 2 maggio 2003 at 18:56
Commenti critici alle parole del cantante, che prima di esibirsi
ha citato "la guerra che il governo ha dichiarato ai magistrati"
Concertone, musica e polemiche
Gli autori contro Daniele Silvestri
Cesare Lanza: "Eravamo daccordo, era una festa e non un comizio"
E l'artista replica: "Berlusconi e il suo governo mi fanno paura"

ROMA - Voleva essere un concerto apolitico e apartitico. Almeno nelle intenzioni degli autori. Ma l'appuntamento romano in piazza San Giovanni si è trasformato, per qualcuno, in una buona occasione per dire due parole. E questo, agli autori, non è piaciuto. Non sono piaciute le dichiarazioni di Meg, cantante dei 99 Posse, sul palco con Tiromancino, che prima dell'esibizione ha detto: "Non ci sarà pace senza giustizia e non ci sarà giustizia finché governeranno persone in doppiopetto come Bush, Blair e Berlusconi". Tanto meno è piaciuto Daniele Silvestri, che prima di cantare Il mio nemico ha detto: "Se c'è una guerra di cui vorrei parlare è quella che il nostro governo sta dichiarando in questo momento alla magistratura italiana".



Le reazioni non si sono fatte attendere. E se una "firma" dell'evento, come Andrea Purgatori, ha cercato di sdrammatizzare, un'altra, come Cesare Lanza, ha parlato di "aggressività" e "cattivo gusto". Marco Godano, organizzatore del concerto, si è detto d'accordo con gli autori e ha parlato di "piccole note stonate in una festa gioiosa e meravigliosa". Ma la polemica non ha spaventato Silvestri, che ha ribadito: "Berlusconi mi fa paura, questo Stato ha un'idea di sé che mi fa orrore". Intanto calano gli ascolti televisivi rispetto allo scorso anno, la prima parte del programma perde circa 200mila spettatori.

"Tutti sapevano che non si trattava di un comizio - ha spiegato Lanza - e trovo di cattivo gusto approfittare di una situazione come quella di un concerto, che non ha possibilità di replica". Gli artisti, continua l'autore del programma (insieme a Purgatori e a Sergio Bardotti) sapevano che si trattava di una festa, "una manifestazione musicale senza caratterizzazione politica e con l'obiettivo di costruire la pace". "Chiunque avrebbe potuto approfittare del palco per dire la sua opinione - aggiunge - ma quello che hanno fatto Silvestri e Meg, con aggressività e senza fair play, non è corretto".

In particolare, a Cesare Lanza non è andato giù l'intervento di Silvestri. Che prima di parlare, ha premesso che si assumeva la responsabilità di quel che diceva ed ha detto ai telespettatori che, se volevano, potevano cambiare canale. Ma è proprio qui che Lanza ha intravisto l'abuso: "Silvestri non è della Rai né produttore del programma, quella è una frase stupida e ad effetto che, per assurdo, potrebbe pure rappresentare un danno per l'azienda". "Note stonate", e interventi privi di senso, secondo l'organizzatore del concerto, Marco Godano: "Credo che in un clima di festa valga cento volte di più l'emozione di Jannacci che non ha avuto bisogno di dire parole ma solo di cantare". Sdrammatizza invece Andrea Purgatori: "Vige la par condicio e ci sono regole da rispettare. Ma se un artista dice qualcosa sul palco possiamo fare ben poco, quel che è accaduto mi pare fisiologico visto che si trattava di tante ore di concerto".

La polemica non frena Silvestri. Che replica ai commenti spiegando che ha preferito "parlare della guerra che sta esplodendo in questi giorni, la guerra che ha dichiarato una parte del nostro governo alla magistratura italiana", porché "Berlusconi, quando nell'impeto minaccia qualcosa, poi lo fa immediatamente. Mi aspetto perciò il ritorno immediato dell'immunità parlamentare e la separazione delle carriera. Ed è ridicolo - ha proseguito - accusare i giudici di corruzione ideologica quando mi pare molto più logico che qualche giudice possa essere stato corrotto per i soldi. Questo Stato ha un'idea di Stato che mi fa orrore, la politica è vassalla del potere economico, il Parlamento ha legiferato in continuazione nella direzione degli interessi della classe dirigente che ha le mani in pasta ovunque". L'intento, ha concluso l'artista, "era far crescere l'attenzione e il disgusto".

Attenzione in flessione, a quanto pare, da parte dei telespettatori. La parte centrale della diretta su RaiTre (dalle 19.56 alle 23.14) è stata seguita da 2 milioni 80 mila telespettatori con l'8,94% di share (lo scorso anno erano stati 2 milioni 284 mila, con il 10,35% di share). La terza parte, invece (dalle 23.59 alle 24.27), è stata seguita da 682 mila telespettatori (8.62 di share), mentre l'edizione 2002 aveva raggiunto punte di 4 milioni di telespettatori.

(2 maggio 2003)


Fonte: La Repubblica online

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