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Bagdad: Il dramma dei bambini - sabato 5 aprile 2003 at 02:05
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Il dramma dei bambini

I teneri volti dei bambini - l'espressione più innocente dell'uomo creato ad immagine di Dio - sfigurati dalla ferocia della guerra testimoniano la realtà di un'infanzia negata e violata dalla crudeltà della guerra. Speranza e futuro dell'umanità, i bambini sono le prime vittime della logica disumana delle armi. Ecco allora che travolti dalla spirale di un terribile conflitto, e dalle sue devastanti conseguenze, creature innocenti rischiano di rimanere orfane di speranza e di futuro.
Drammatico, dunque, si impone l'allarme lanciato, ieri, dall'Unicef, secondo cui non meno di 200.000 bambini rischiano di morire in Iraq a causa delle sempre più deteriorate condizioni igieniche-sanitarie e della prolungata penuria di acqua potabile. "Il problema principale e causa di mortalità è l'acqua - ha affermato il rappresentante per l'Unicef in Iraq, Carel De Rooy -. Le malattie intestinali che in tutto il Paese si stanno diffondendo sono da addebitare all'acqua inquinata. La situazione a Bassora è drammatica, noi abbiamo aiuti fermi in Kuwait e, soprattutto, non abbiamo la dimensione necessaria di aiuti che il territorio richiede". Tuttavia, riferisce l' "Ansa", due camion dell'Unicef, con aiuti umanitari per il valore di 80.000 dollari, hanno varcato ieri il confine turco per giungere nel Nord dell'Iraq. Il convoglio rappresenta il primo carico di aiuti che entra nell'Iraq settentrionale da circa due settimane. I camion trasportano sedici tonnellate di prodotti medicinali per il trattamento dell'anemia, sei tonnellate di cloro per rendere l'acqua potabile. Le scorte dell'acqua sono state distribuite agli ospedali pediatrici e ai centri sanitari locali, assicurandosi - sottolineano i responsabili dell'Unicef - che andassero a beneficio dei bambini più bisognosi.
Dal canto suo, la Caritas, in un rapporto diffuso ieri, evidenzia la crescente drammaticità di una situazione che vede "un aumento dell'esodo della popolazione a causa dei bombardamenti". Gli operatori della Caritas segnalano che l'area occidentale, da Heet a Fallujah, è senza elettricità dal 29 marzo, dopo che le due più grandi centrali elettriche della zona sono state danneggiate. La maggior parte degli impianti per la depurazione dell'acqua, attivati da generatori di riserva per 6/9 ore al giorno, lavorano al 40 per cento della capacità. Negli ospedali di Anbar, che comunque stanno riuscendo a fronteggiare l'afflusso dei feriti, vi è carenza di medicinali. Riferisce poi l'"Ansa" che un'equipe dell'"International Medical Corps" si è recata, ieri, nell'unico ospedale di Umm Qar, gestito da tre dottori che visitano circa trecento persone al giorno. In questa struttura, che ha scorte di farmaci di base sufficienti per tre mesi, c'è bisogno di antibiotici e di particolari medicine per malattie croniche.
Un appello alle parti belligeranti è stato lanciato, ieri, dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), affinché rispettino la "neutralità" degli ospedali, dei medici e del personale delle organizzazioni umanitarie che operano in Iraq. A Ginevra, il Direttore generale dell'Oms, Gro Harlem Brundtland ha affermato, ieri, che "le Nazioni in guerra hanno la responsabilità di aiutare e proteggere la popolazione, di mantenere attive le strutture per raccogliere e distribuire le scorte di cibo e di acqua. Invece - ha sottolineato Harlem Brundtland - i rapporti che abbiamo riferiscono di danni ad ospedali e ad un crescente numero di vittime civili".

(L'Osservatore Romano - 5 Aprile 2003)

Fonte: L'Osservatore Romano online

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