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Il soldato Berlusconi in versione Greenpeace - domenica 23 marzo 2003 at 13:38

Clamorosa manifestazione dei pacifisti all'Altare della Patria
Il soldato Berlusconi in versione Greenpeace

Per due ore nel cuore di Roma, decine di poliziotti e carabinieri, agenti delle squadre speciali in servizio davanti al palazzo privato di Berlusconi, 007 dall'aria indifferente, ufficiali e militari di truppa, vigili urbani e vigili del fuoco, sono stati col naso in su sotto uno sterminato striscione, disteso da Greenpeace a dieci metri d'altezza tra i due pennoni dell'altare della patria su cui svetta perennemente il tricolore. Su fondo nero il viso ducesco di Berlusconi con l'elmetto, accompagnato da una frase della serie il realizzatore: «Un impegno concreto: guerra».

foto al vittoriano

Commento al volo del giornalista americano James Wood: «Quello striscione è una bellissima prima pagina».

Greenpeace, ovvero l'arte della provocazione intelligente, ha fatto centro: il traffico si è fermato, gli automobilisti scendevano e si mischiavano alla folla, frotte di turisti di ogni parte del mondo scendevano dal Campidoglio e puntavano macchine fotografiche e telecamere, il tam tam dei movimenti chiamava a raccolta migliaia dei giovani. Piazza Venezia è diventata subito un'allegra e colorata distesa di bandiere pacifiste, con tanti applausi e canti contro la guerra.

Greenpeace ha eseguito in modo sincronizzato e fulmineo l'occupazione dell'altare della patria, il monumento che onora i soldati morti in tutte le guerre, in tutte le stupide guerre, con un picchetto di militari che veglia perpetuamente davanti alle fiaccole dell'amor patrio. Il gruppo dei pacifisti, una ventina, si è diviso in due squadre che sono entrate in azione alle 10.30. Una ha distratto il servizio di vigilanza sulla scalinata principale con un finto attacco sul lato del monumento che costeggia la rupe del Campidoglio. Carabinieri e guardiani sono corsi fuori per bloccare i pacifisti e hanno lasciato sguarnito l'ingresso all'area monumentale che fronteggia piazza Venezia. Immediatamente la seconda squadra si è introdotta all'interno e due provetti rocciatori, Federica e Lorenzo, entrambi trentenni, caricati di corde, anelli, e moschettoni, e sorreggendo il non lieve peso dello striscione, hanno preso d'assalto i pennoni delle bandiere. Sono andati su in un battibaleno, hanno srotolato lo striscione e con una complicata manovra di corde passanti l'hanno disteso perfettamente: copriva la vista di gran parte del monumento e faceva un grande effetto su piazza Venezia. Il servizio di vigilanza, in pieno sgomento, se l'è presa dapprima con una giornalista della Global Tv che era lì con tutta la famiglia e aveva puntato la telecamera. C'è stato un parapiglia nel corso del quale gli addetti alla vigilanza hanno cercato di toglierle la telecamera che è passata di mano in mano finché un turista, l'ha presa al volo come una palla da baseball, ed è riuscito a farla giungere alla madre della giornalista. Un'auto della polizia si è presa la ragazza della Global Tv che poi è stata rilasciata. L'arrivo del prefetto, del dirigente del primo distretto di Ps e del capitano della compagnia dei carabinieri di piazza Venezia, ha riportato la calma nel servizio di vigilanza. L'altare della patria si è riempito di polizia e di carabinieri, alle prese col rovello di come rimuovere lo striscione senza mettere a rischio l'incolumità dei rocciatori di Greenpeace. Federica e Lorenzo non davano alcun segno di preoccupazione, anzi se la ridevano a mirare l'effetto della loro impresa. Siamo riusciti a parlare con Federica che aveva un cellulare: «C'è qualche pericolo lassù?» - «Da dieci anni vado in montagna, mi piace arrampicarmi, sono tranquilla e resterò quassù più a lungo possibile.» - «Che ti pare del risultato?» - «Ottimo, c'è tantissima gente. Tutti devono sentirsi liberi di protestare contro la guerra nel modo che vogliono, come mi sento io libera con l'azione che sto facendo».

Domitilla Senni, direttrice per l'Italia di Greenpeace, è l'ideatrice dello striscione e lo spiega così: «Vuole essere una dura condanna nei confronti del presidente del Consiglio che ha sostenuto fin dall'inizio l'aggressione criminale nei confronti dell'Iraq, calpestando la volontà pacifista della maggioranza degli italiani. Greenpeace continuerà a protestare in tutto il mondo contro la guerra. In vari paesi oggi i militanti della nostra organizzazione sono mobilitati in iniziative contro la guerra».

Per bloccare la protesta all'altare della patria è stato
chiesto l'aiuto ai vigili del fuoco, che di solito non si occupano di rimuovere gli striscioni contro il presidente del Consiglio. I vigili, prima hanno provato con le scale a togliere lo striscione, ma era troppo pericoloso puntellarle sul marmo viscido e ci hanno rinunciato. Poi hanno fatto venire un carro attrezzi e alzando una gru sono riusciti, dopo parecchio tempo, ad arrivare all'altezza dello striscione e a sganciarlo. I due rocciatori, scesi spontaneamente alle 12.30, sono stati portati al primo distretto di polizia insieme con altri otto militanti di Greenpeace. Sono stati rilasciati dopo consultazione con la procura della Repubblica. Dovranno rispondere di «procurato allarme e vilipendio della Repubblica e delle Forze armate». Il portavoce di Forza Italia Sandro Bondi, si è fatto interprete del cattivo umore del Cavaliere per l'impresa di Greenpeace: «Lo striscione issato sull'altare della patria dimostra che un certo pacifismo è violento, fautore della menzogna e complice del sopruso».

Secondo la parlamentare di Rifondazione comunista Elettra Deiana, che era in piazza Venezia e si è occupata dei pacifisti fermati, «l'azione di Greenpeace è stata magnifica, nello stile e nella pratica di un organizzazione corsara, in senso positivo. La protesta ha avuto grande efficacia mediatica e politica. E' stato dato un messaggio che esprime benissimo lo spirito civile della protesta contro la guerra».

Annibale Paloscia

Fonte: Liberazione online

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