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Fiom Cgil , Verdi e Prc contrari all'elettrodotto - martedì 4 marzo 2003 at 10:40
Attraverserà 15 centri. In campo anche la Fiom Cgil
Verdi e Prc contrari al nuovo elettrodotto

Rifondazione comunista, Verdi e Fiom-Cgil dicono no all'elettrodotto “coattivo”, invitando tutti i cittadini a farlo. Soprattutto a quei calabresi il cui territorio da Rizziconi in avanti è destinato a essere attraversato da un mega-elettrodotto diretto a Nord. Anche il Vibonese è coinvolto in questa operazione. Tralicci, infatti, saranno installati sul territorio di ben quindici comuni, in pratica, oltre al capoluogo, tutti quelli della Valle del Mesima. Un impatto ambientale notevole che preoccupa gli ambientalisti e non per le possibili ripercussioni dei campi elettromagnetici sulla salute. Per fronteggiare l'avanzata dei tralicci Prc e Verdi – e le altre sigle che fanno parte del Comitato per il Sì al referendum (Fiom-Cgil, Associazione immigrati, Giovani comunisti e Confederazione Cobas) – promuovono una martellante campagna informativa in tutti i Comuni con la costituzione di comitati spontanei «per far capire che la Calabria non è terra di conquista». In poche parole l'obiettivo è quello di creare un fronte per la tutela dei diritti: alla salute (no agli inceneritori, agli elettrodotti e alle sostanze tossiche negli alimenti) e a non essere licenziati senza giusta causa (estensione art. 18 a tutti). Le iniziative collegate alla campagna referendaria (si voterà tra aprile e maggio) sono state illustrate ieri da Matteo Malerba (segretario provinciale del Prc), Lorenzo Passaniti (presidente cittadino dei Verdi), Francesco Daniele (della segreteria nazionale del Prc), Nazzareno Denami (segretario Fiom-Cgil) e Silvestro Scalamandrè (presidente provinciale dei Verdi). Nell'affrontare le varie tematiche Malerba si è soffermato sull'estensione dell'art. 18 a tutti i lavoratori. «L'art. 18 non dice che non si può licenziare, ma che non lo si può fare senza giusta causa», ha evidenziato rilevando quanto sia importante per il Vibonese caratterizzato da piccole aziende, soprattutto nel settore metalmeccanico, e dove si registrano frequenti casi di sfruttamento dei lavoratori. Situazione su cui ha posto l'accento anche Denami (Fiom) il quale non ha mancato di sottolineare il “trattamento” spesso riservato ai lavoratori extracomunitari. E, rimanendo in materia di diritti, dall'art. 18 gli esponenti del Comitato per il Sì sono passati a quelli inerenti la salute, auspicando che d'ora in avanti anche l'azione della Cgil sia compatta e più incisiva. Tutela alla salute che non può prescindere da quella ambientale e alimentare. Per questo il comitato per i Sì invita a esprimere parere positivo per l'abrogazione del Regio decreto del '33 – che stabilisce il diritto di esproprio dei terreni, senza alcuna autorizzazione, per costruire elettrodotti –; per l'abrograzione della possibilità di autorizzare, con una semplice ordinanza ministeriale, l'uso di sostanze tossiche negli alimenti e la loro permanenza nei cibi e, infine, per cancellare le facilitazioni e gli incentivi all'uso di inceneritori. «In materia ambientale, in particolar modo riguardo l'elettrosmog, vige la deregulation totale – ha rimarcato Passaniti – con norme che potevano andare bene un secolo fa e altre che non tengono conto delle reali esigenze e potenzialità del territorio, tantomeno della salute dei cittadini e delle indicazioni europee. Lo dimostra il mega-elettrodotto che taglierà la regione – aggiunge – e vomiterà onde sulle nostre teste o lo scempio delle centrali idroelettriche progettate da molti comuni (solo nella Piana di Gioia Tauro ne sorgeranno sette) senza considerare che non abbiamo bisogno di energia perché esportiamo i due terzi di quella che produciamo». Nondimeno Passaniti e Scalamandrè hanno rimarcato la «corsa all'accaparramento» delle risorse comunitarie con Agenda 2000 – «le centrali idrolettriche ne sono un esempio» – mentre Daniele ha puntato il dito anche contro le centrali eoliche «foreste di pali che non servono a niente» e l'uso di sostanze tossiche negli alimenti. (m.c.)
martedì 4 marzo 2003)

Fonte: gazzetta del sud online

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