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Fed, Prodi eletto presidente - sabato 26 febbraio 2005 at 18:45

Roma, oggi al Brancaccio, manifestazione pubblica della Federazione
dell'Ulivo. Insediato l'ufficio di presidenza di 15 membri
Fed, Prodi eletto presidente
"Guideremo la rinascita dell'Italia"
"Tre volte no all'attacco alla Costituzione"


ROMA . Non è "un semplice patto fra partiti" ma "un nuovo soggetto stabile", che si candida "a guidare la rinascita dell'Italia" e a "custodire gelosamente la Costituzione". Ecco i contorni della Fed così come li disegna Romano Prodi, che della Federazione dell'Ulivo è stato appena eletto presidente, nel corso della manifestazione-battesimo che si è tenuta a Roma, presso il Teatro Brancaccio. Una mattinata iniziata con due inni, quello di Mameli e quello alla gioia, che si è conclusa con l'intervento del Professore, e che ha avuto il suo momento più emotivamente coinvolgente, per la platea, nella firma apposta pubblicamente allo Statuto della Federazione dell'Ulivo dai 5 leader che l'hanno promossa: Prodi, Enrico Boselli, Piero Fassino, Francesco Rutelli e Luciana Sbarbati.

Quello di oggi, ha detto Prodi, è "uno sforzo importante", compiuto "nella convinzione di fare un servizio al nostro Paese e ai nostri concittadini". Da qui, la candidatura "a guidare la rinascita dell'Italia" a partire da questo giorno, che segna l'inizio di "una nuova fase''. Tre i temi sui quali, ha affermato Prodi, si deve concentrare l'azione dell'Ulivo: le istituzioni, l'Europa e la politica estera.

Ma prima di ogni altra cosa, Prodi dice "tre volte no" all'"attacco alla Costituzione": un attacco "senza precedenti, che vuole minarne le stesse fondamenta. A questo attacco noi dobbiamo dire no, tre volte no, senza esitazioni e tentennamenti. Lo abbiamo già fatto alla Camera, lo rifaremo al Senato e se questa riforma così sbagliata e sciagurata dovesse essere approvata, lo faremo in tutto il Paese, chiamando i cittadini a difendere la loro convivenza civile e il funzionamento delle loro istituzioni".

Da qui, la lista dei "doveri": "costruire le istituzioni del bipolarismo, per dare stabilità al governo, a chi lo guida, ma anche rafforzando il ruolo del Parlamento, del presidente della Repubblica, della Corte Costituzionale, delle grandi istituzioni di garanzia, dei poteri di regolazione e di controllo, delle istituzioni dell'economia e del potere giudiziario". E ancora: "garantire i diritti dell'opposizione, ridefinire i limiti del potere della maggioranza, assicurare un'informazione corretta e pluralistica, evitare monopoli e conflitti di interesse inaccettabili in uno Stato di diritto", e "ripensare il nostro federalismo che deve essere innanzitutto attuato, ma anche corretto".

Dalla tribuna dell'assemblea fondativa della Fed, Prodi lancia uno sguardo preoccupato sull'Italia: "E' un paese che appare smarrito e confuso, timoroso del proprio futuro, quasi paralizzato e immobile di fronte agli eventi''. Parla della "pericolosa stagnazione", messa in evidenza dagli indici dell'economia, "che minaccia la recessione", del "sistema industriale in affanno" dell'istruzione e della formazione, "in grande difficoltà". Una società insomma "che tende a rinchiudersi su se stessa, un paese che invecchia e che vive con paura le novità del mondo''. ''Noi - afferma il Professore - vogliamo mettere fine a tutto questo''.
(26 febbraio 2005)


Fonte: La Repubblica online


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