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La comunità della Sinistra europea - martedì 11 maggio 2004 at 21:59

Dal "concepimento" di Berlino alla nascita di Roma. Il congresso della "Se" proietta un nuovo soggetto politico sulla scena continentale. Fausto Bertinotti eletto Presidente
La comunità della Sinistra europea

Roma . E' nata una creatura e attorno a lei si è costituita una nuova e combattiva comunità politica. Il congresso fondativo del Partito della sinistra europea si è consumato infondendo a chi vi ha partecipato la consapevolezza di entrare a far parte di un nuovo appassionante capitolo della storia della sinistra continentale, di aver contribuito alla costruzione di un "evento", per riprendere una fortunata espressione che ha circolato nei corridoi e nelle platee dell'"Aurelia palace hotel". La neonata formazione si chiamerà semplicemente e senza adulterazioni, partito della "Sinistra europea" (SE), la definizione più ampia ed inclusiva possibile: «E' per tornare alle origini del termine sinistra, quando questa parola voleva significare pace, democrazia, uguaglianza, valori che tutti possono comprendere, valori di sinistra», spiega Fausto Bertinotti. Anche l'aggettivo "alternativa" è scomparso dalle diciture ufficiali in virtù di questa scelta di semplicità e chiarezza, per quanto poi alternativa e radicalità siano due cifre distintive della Sinistra europea.
Il Presidente della "SE" sarà proprio il segretario del Prc, eletto all'unanimità. Non si tratta però di un'onorificenza concessa al padrone di casa: «E' giusto che sia lui», dice dal palco Lothar Bisky, leader della Pds tedesca, «Rifondazione è il partito europeo che in questi anni ha più creduto in questo progetto e che più si è impegnato all'interno dei movimenti».

Due giorni di discussioni ed interventi poliglotta, seguiti con estrema attenzione anche dai distratti media italiani, i quali hanno dato ampio rilievo all'evento politico. Anche il sindaco di Roma Walter Veltroni ha accolto con simpatia questo "fatto di sinistra", invitando i "costituenti" in Campidoglio per la firma che ne sancisce il battesimo. Per il primo cittadino della capitale è anche un'occasione di compiere una rimpatriata tra alcuni vecchi amici, come testimonia il caloroso abbraccio con la segretaria dei comunisti francesi Marie George Buffet, ministra dello sport e della cultura all'epoca in cui lo era anche Veltroni, con la quale ha realizzato varie inziative comuni.

Due giorni in cui ogni rappresentante di ogni nazione, dai cechi agli ungheresi, dai greci ai tedeschi, agli spagnoli, ha messo a disposizione degli altri la propria storia, le proprie esperienze, la conoscenza del proprio paese. Ma sono stati anche due giorni di lavoro "oscuro", in un clima informale e pragmatico che ricorda molto più l'organizzazione flessibile di un "Social forum" che quella di un classico congresso di partito. Commissioni e gruppi di lavoro che a tempi di record hanno confrontato ed elaborato documenti e mozioni, eleggendo i principali organismi dirigenti e soprattutto definendo i punti cardinali del programma politico: iniziativa sul welfare europeo per una politica dei sui salari, fine dell'occupazione alleata in Iraq e dell'esercito israeliano in Palestina con la tutela dell'incolumità del leader dell'Anp Arafat. E ovviamente rilancio dell'Europa come soggetto alternativo all'egemonia nordamericana, una visione che le attuali classi dirigenti comunitarie sono incapaci di portare avanti, chi per convinzione, chi per semplice impotenza politica.

In altri termini: lotta senza senza quartiere a guerra e liberismo per un Europa, sociale, pacifista, ambientalista e femminista, le stesse coordinate seguite dei movimenti "altermondialisti". In tal senso la rottura con lo stalinismo, malgrado i malumori dei comunisti boemi e moravi, non è nemmeno da considerare uno strappo, ma una logica conseguenza della rotta intrapresa. Il che non vuol dire rimuovere il passato, seppellirlo e "tradirlo" attraverso un'operazione di maquillage. La continuità della Sinistra europea con i valori del movimento operaio novecentesco, democratico e antifascista è esplicita. Non è un caso che nella prima mattinata di domenica una delegazione abbia partecipato ad una cerimonia di commemorazione dei martiri delle Fosse Ardeatine organizzata dal municipio di Roma XI. Il presidente Massimiliano Smeriglio, affiancato da Massimo Rendina dell'Associazione partigiani italiani, ha dato il benvenuto agli ospiti italiani e stranieri che hanno visitato il mausoleo e successivamente deposto una corona di fiori sulla tomba di Antonio Gramsci, al cimitero degli inglesi. I giovani del centro sociale "La strada" del quartiere Garbatella hanno offerto al segretario del Prc una videocassetta autoprodotta sulle nuove generazioni e la tragedia delle Fosse Ardeatine.

I lavori del congresso si chiudono romano nel tardo pomeriggio di domenica sulle note dell'"Internazionale" che vibrano nell'aula congressi della Domus pacis. Alcuni delegati hanno i lucciconi agli occhi, altri trattengono a malapena l'emozione serrando le labbra e battendo le mani: non è solo il ricordo di una gloriosa storia di liberazione comune che unisce la sala nel canto, ma il destino stesso della Sinistra europea come è stato tratteggiato in questi mesi, dal "concepimento" di Berlino alla nascita vera e propria di Roma. E nessuna canzone meglio dell'"Internazionale" può riassumerne la natura delle sfide che attendono i suoi protagonisti, uomini e donne provenienti da quattordici Paesi europei, lingue e storie diverse per un medesimo obbiettivo: trasformare la società capitalista. Anche perché da oggi, sarà sempre più illusorio e autistico poter pensare di sferrare "l'attacco al cielo" solo dalle anguste cornici nazionali.

Daniele Zaccaria
11 maggio 2004


Fonte: Liberazione online


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