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Web, in Italia 21 milioni utenti - giovedì 1 aprile 2004 at 19:46

Presentato il rapporto 2004 dell'Aie: un utente su due
accetterebbe di abbonarsi per leggere un sito
Web, in Italia 21 milioni utenti
e la metà è disposta a pagare
di ALESSIO BALBI


ROMA - Sono ormai 21 milioni gli italiani che fanno uso di Internet, pari al 43 per cento della popolazione. E la metà si dichiara disposta a pagare per leggere contenuti editoriali e informativi. Sono questi alcuni dei risultati contenuti nel rapporto sull'editoria digitale presentato questa mattina a Milano dall'Associazione Italiana Editori (Aie).

La possibilità di creare valore a partire dai contenuti digitali è uno dei grandi temi dell'economia di Internet. La maggior parte dei tentativi finora condotti di far pagare i navigatori per leggere notizie e informazioni online ha conosciuto scarso successo. I dati del rapporto Aie, raccolti attraverso due indagini commissionate agli istututi Ispo e Iard, sembrano contraddire questa tendenza.

Renato Mannheimer, presidente di Ispo, ha spiegato che la richiesta di pagare per leggere siti informativi viene accettata dalla metà degli intervistati purché al pagamento corrisponda un effettivo miglioramento dell'offerta, ad esempio maggiore velocità, ricchezza di contenuti o frequenza di aggiornamento. Secondo le ricerche di Mannheimer, l'85 per cento dei navigatori ha utilizzato nell'ultimo semestre almeno un sito di informazione. Le nuove tecnologie appaiono parte sempre più integrante del consumo culturale degli italiani: il 17 per cento del campione cita Internet, i cd-rom e il cellulare come mezzi preferiti per accedere a qualsiasi tipo di contenuto editoriale.

Una parte importante del rapporto è stata dedicata alla relazione tra insegnamento e nuove tecnologie. Secondo l'indagine presentata da Antonio De Lillo, presidente dell'Istituto Iard, ben sette insegnanti su dieci preparano le lezioni avvalendosi di strumenti informatici. Il 43 per cento dei docenti si dichiara disponibile a pagare di tasca propria per accedere a un servizio "premium" utile all'insegnamento. Il 70 per cento pagherebbe se a questo investimento fosse applicato qualche tipo di detrazione fiscale.

Infine, la ricerca sottolinea una persistente disomogeneità nell'approccio alle nuove tecnologie, in particolare ad Internet. Sono state individuate due fasce di navigatori: i cosiddetti "tecnologici", pari al 17 per cento del campione, sono quelli completamente integrati nel nuovo medium, del quale condividono la logica e il linguaggio. Una consistente fetta, il 47 per cento, è invece composta dai "tradizionalisti", ovvero quegli italiani che non riescono ad afferrare appieno lo spirito della Rete e consultano Internet come se sfogliassero le pagine di un libro.


(30 marzo 2004)


Fonte: La Repubblica online


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