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Rutelli: ''Dopo l'Iraq il mondo è meno sicuro'' - sabato 13 marzo 2004 at 11:07

Da ieri a Roma il congresso dei "diellini"
Accordo sullo statuto tra le diverse anime del partito
Rutelli alla sua Margherita
"La nostra sfida sulle riforme"
Attacchi alla Cdl: "Dobbiamo liberare l'Italia da questo governo"
A Bush e Berlusconi: "Dopo l'Iraq il mondo è meno sicuro"
Rutelli parla al Congresso

ROMA - Un partito giovane, ma non transitorio, unitario e senza voglia di "protagonismo", ma che non rinuncia ad andare avanti sulla strada delle riforme da proporre al Paese: Francesco Rutelli ha aperto ieri il primo vero congresso del suo partito rivendicando l'azione avviata in questi mesi con una serie di proposte su temi caldi come pensioni, welfare e giustizia.

E' stato un congresso nato sotto gli auspici di un accordo tra le diverse anime del partito, suggellato dal voto sulle modifiche allo statuto nell'assemblea federale: è stato sancito il ruolo politico dell'ufficio di presidenza accanto a quello dell'esecutivo; i due coordinatori regionali che faranno parte del nuovo organismo saranno nominati da tutti i responsabili regionali del partito; è stata abolita la figura del vicepresidente ricoperta da Arturo Parisi, che diverrà però presidente dell'assemblea federale; Franco Marini è diventato segretario organizzativo; confermata la figura di coordinatore dell'esecutivo.

Nella sua relazione, attacchi al governo per la politica interna e per quella estera. "Noi dobbiamo liberare l'Italia da questo governo", ha detto Rutelli, convinto
che "l'unico record di cui Berlusconi può vantarsi è "l'impoverimento delle famiglie, la crescita dei prezzi, la perdita del valore degli stipendi, l'aumento della pressione fiscale".

E ancora, "l'intervento in Iraq è stato una
follia, anche perchè è stato inutile e dannoso nella lotta al terrorismo", dice il leader della Margherita rivolgendosi a Bush e Berlusconi: "Avete sbagliato, ora il mondo è meno sicuro".

Un passaggio significativo, e non privo di polemica, l'ex sindaco di Roma lo ha dedicato nella sua relazione ai rapporti con gli alleati: "Non accettiamo prediche in fatto di unità, non temiamo confronti, siamo la forza che unisce perchè l'esistenza stessa della Margherita, associata ad una forte sinistra riformista, è garanzia di unità, ed è la garanzia che unirsi nell'Ulivo non debba significare per nessuno farsi cooptare da una sola e dominante tradizione organizzativa". Così Rutelli parla di "una grande alleanza democratica e riformatrice", un'alleanza nella quale, "anche grazie alla Margherita nessuno potrà sentirsi egemone o subalterno".

Com'è ovvio ha teso la mano, rivolgendo un saluto ai leader dei partiti della lista unitaria, Fassino, Boselli e Sbarbati, ai quali ha detto: "Abbiamo iniziato un cammino che ci porterà a condividere passo dopo passo una sfida appassionante e decisiva: da qui al 13 giugno chiederemo agli elettori di attribuire un grande successo alla nostra idea di Europa e alle nostre idee per un'Italia democratica e civile, e dal 14 giugno in poi continueremo a cooperare in modo stretto, con fiducia, con crescente condivisione, con entusiasmo".

Ma nel complesso, dalle parole di Rutelli, il segnale di una voglia di autonomia della Margherita è stato netto: "Se qualcuno pensa che in Italia non ci sia il bisogno del coraggio delle riforme o che si possa essere riformisti senza proporre riforme, si accomodi pure. Non si può dire che c'è anche concorrenza tra i partiti della Lista Prodi se non nel senso che tutti concorriamo all'obiettivo di dare all'Italia una guida stabile e autorevole". E comunque sia, per il leader diellino "non è in questione un protagonismo del nostro partito volto a segnalare differenze dai nostri partner".

Da qui l'annuncio che dopo le elezioni europee "il cantiere della progettazione di nuove soluzioni riprenderà, come una sfida indispensabile di idee, trasformazioni e programmi riformatori, perchè solo così si creano le condizioni per vincere, ed ecco perchè abbiamo iniziato negli ultimi mesi a porre con più chiarezza e più decisione alcune grandi questioni di riforma economica, sociale e dei servizi vitali del paese, cosa che faremo con sempre più precisione. Ci aspettiamo altrettanto dai nostri partner e sappiamo che sanno farlo molto bene".

Rutelli ha posto anche una questione centrale legata alle sorti della lista unitaria: "Noi siamo fortemente impegnati per la formazione attorno agli eletti della lista unitaria di un gruppo al Parlamento europeo, unitario e nuovo, un gruppo europeista e di centrosinistra". E ha chiesto ai delegati al congresso di approvare questa linea, sulla quale "non ci stancheremo di convincere i nostri alleati".

Commenta positivamente Piero Fassino ("Una relazione bella, chiara e forte"), ma da Fabio Mussi del correntone Ds arriva un pesante affondo: "la sua relazione è una sfida agli alleati, e soprattutto ai Ds, su chi ha il più alto tasso di riformismo".

Nella prima giornata di congresso, non è mancata una polemica interna sulla scarsa presenza di donne negli organi dirigenti, sollevata da Rosy Bindi, che chiede che tra i 9 membri dell'ufficio di presidenza tre siano donne. Ma al di là di questo, le diverse anime del partito, "mariniani" e "prodiani" appaiono soddisfatte del clima interno, più unitario - dicono - di quanto si sperasse alla vigilia.

(13 marzo 2004)


Fonte: La Repubblica online


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