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Sì a un referendum per cambiare la legge - venerdì 12 dicembre 2003 at 17:19

Sì a un referendum per cambiare la legge
no a guerre di religione

Questo è un appello a non lasciare che l'Italia si tenga la legge sulla fecondazione assistita votata dal Parlamento. Ci sono momenti, e argomenti, nei quali la rappresentanza eletta non interpreta lo spirito pubblico e la maturità dei rappresentati. Di più: la legge introduce discriminazioni, combina pasticci, arreca danni, condiziona la libertà della ricerca, renderà persone e coppie infelici.
E' una legge fatta male che nasce già vecchia. Come tutte le leggi di questo genere, sarà aggirata, violata, produrrà fenomeni di turismo fecondativo, perché basterà andare altrove in Europa per eluderne i divieti.
Noi non ci ribelliamo in nome della laicità dello Stato, ma della modernità e della parità di trattamento giuridico. Si può essere un paese cattolico e avere una legge migliore (vedi la Spagna). Rispettiamo il punto di vista dell'etica cattolica, ma siamo certi che si può rispettarlo senza danneggiare chi non la condivide. Si poteva fare, e non si è fatto per ragioni politiche. Ci sono due modi per rammendare questo strappo. Il primo è una nuova legge. Da domani, parlamentari di tutte e due gli schieramenti hanno il diritto, e il dovere, di proporre un altro testo, che modifichi quello approvato. Non deve, non può finire qui. Il secondo modo è un referendum abrogativo. Noi non siamo dei fans dello strumento referendario. Né ci piacciono le guerre di religione.
E però, soprattutto quando si tratta di diritti soggettivi, e di ingerenza dello Stato in quei diritti (il diritto soggettivo qui in discussione è il diritto alla cura della sterilità) crediamo che il paese abbia diritto a un dibattito informato e ampio, per capire, per comprendere e per farsi un'opinione, cosa che il dibattito parlamentare, così strumentale e confuso,
non ha consentito.
Nelle pagine interne spieghiamo perché un referendum abrogativo potrebbe essere proposto senza lasciare un vuoto legislativo: è cioè possibile abrogare alcune
parti della legge, quelle relative ai divieti più insensati e ingiustificabili, lasciandone in piedi l'efficacia regolatoria, perché la materia va regolata.
Crediamo dunque giusto invitare i nostri lettori, le forze politiche, le associazioni culturali, a mobilitarsi per un'iniziativa referendaria.
Fateci conoscere la vostra opinione, e se aderite scrivete all'indirizzo: www.comitatoperilreferendum.ilriformista.it

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red
(Roma 12 dicembre 2003)



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