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Teocoli: ''Una bella vacanza per .. '' - sabato 8 novembre 2003 at 16:11

Lo showman, in tournée dal 18 al Sistina di Roma
spara a zero contro i padroni della televisione
Teocoli: "Una bella vacanza per Costanzo, Ricci e Guardì"
"Se anche ci fosse qualcuno con idee innovative
troverebbe tutti gli spazi del palinsesto occupati"

MILANO - "Forse sono troppo impulsivo, ma per me è inevitabile: se vuoi essere te stesso, se vuoi avere rispetto e dignità per il tuo lavoro devi anche arrabbiarti, indignarti, dire quello che pensi. E io penso che bisognerebbe mandar via dalla televisione per almeno cinque anni, Costanzo, Ricci e Guardì. Cinque anni di sabbatico. Nulla di personale, sia chiaro. Lo dico da spettatore. È che la gente ha diritto, come succede al cinema, di vedere ogni tanto film nuovi. Onestamente non se ne può più: apri la tv la mattina è c'è Costanzo, la notte c'è Costanzo, la domenica pomeriggio pure. È un incubo. E lo stesso Striscia, sono vent'anni che striscia. Se anche ci fosse qualcuno che vuole portare qualcosa di nuovo in tv, non può. È tutto occupato".

Parla un artista che ha attraversato alti e bassi, delusioni e trionfi con onestà e identico orgoglio, che è diventato una star mantenendo la memoria di cosa era una volta la televisione, la comicità, lo spettacolo. Teo Teocoli, quasi 60 anni, 35 passati in palcoscenico, è in uno dei suoi momenti migliori. Bello carico è in procinto di partire per un'importante tournée teatrale con il suo nuovo recital Sono tornato normale, show, che si aprirà il 18 novembre al Sistina di Roma e chiuderà allo Smeraldo di Milano dal 13 al 25 aprile. In tv è il trascinante leader di Scherzi a parte che proseguirà fino al 12 dicembre, con una coda in gennaio di quattro "Meglio di" e che si contende il primato d'ascolti il venerdì sera.

Ma qui sta il punto. "Non è bello - si sfoga "Teone", come lo chiamava Fazio - Scherzi a parte deve iniziare sempre in ritardo. Due venerdì fa addirittura alle nove e mezza, perché prima c'è il Gabibbo che va avanti a oltranza. Non è bello, non per la Arcuri o per Teocoli, ma per tutte le altre persone che ci lavorano con passione. Perché Scherzi a parte è uno show faticoso, è come se fosse fatto dal vivo. Ma al comitato che gliene importa".

Comitato?
"Sì, Costanzo, Ricci e Guardì. Diamo loro un sabbatico. Facciamo riposar la gente, anche quella che non li vede, perché poi si sa l'onda delle chiacchiere si allarga...".

Ma se Ricci l'altra sera ha anche riportato Grillo in tv dopo anni d'assenza. Non è una novità?
"Grillo è mio amico, ma perché certe cose non le dice in piazza, girando per i paesini? E quanto al Gabibbo, dov'era in questi anni di silenzio tv di Grillo? Non le pare strano che lo abbia chiamato proprio adesso che Bonolis con Affari tuoi ha accerchiato e battuto sull'audience il pupazzo rosso?".

Mai andati d'accordo lei e Ricci.
"Io non vado d'accordo coi Richelieu e i Mazarino. Ci fosse una guerra io sarei in prima linea coi forconi e i bastoni, non con chi lavora sulle strategie, dietro le quinte".

Ma è uno potente a Mediaset. Non teme ritorsioni?"Non ho niente da perdere. Io tutti i giorni sono lì in studio, lavoro, faccio i miei personaggi, invento. Poi andrò al Sistina, e poi di nuovo in studio per i 'Meglio di' non sto nel mio ufficetto a Milano 2, legato e incatenato. Quando l'anno scorso Biagi e Eco gli hanno dato il premio di giornalista dell'anno ho pensato a tutti voi che fate questo mestiere...".

Non è che dice queste cose perché nelle ultime puntate Scherzi è calato di share?
"Io non m'intendo di calcoli, share o altro, ma siamo sempre stati in vetta, tranne che nell'ultima puntata. Mi hanno detto che è matematico che tre punti in meno se li è presi il ritardo causato dal Gabibbo. Per il resto è vero che l'Isola dei lebbrosi...".

L'isola di che?
"Sì, l'Isola dei famosi, ma con tutte quelle punture di zanzara non fanno che grattarsi... È vero che loro sono via via aumentati, ma come ha detto ieri sera in trasmissione Celentano, cioè io, quel genere di reality show ci mette sette, otto puntate prima di arrivare a quei numeri. Arrivano alla vetta alla fine, due puntate prima di chiudere. Aspettiamo che finisca, dico io. Anche se personalmente avrei visto meglio Scherzi contro un Panariello, varietà contro varietà, in modo da avere anche lo stimolo perché la satira, la comicità vanno rinnovate. Comunque, proprio perché mi piace cambiare, ormai è deciso, d'accordo con Mediaset: questa è l'ultima volta che lavoro in una trasmissione non interamente mia. E non perché voglio comandare. Parlo di responsabilità che un artista si deve prendere".

Farà lo show tutto suo?
"Sì, quattro puntate tutte mie, un Teo Tecoli show, il sabato sera alla Fiorello se vuole, per citare un collega che è come mio fratello. Un varietà con canzoni, sketch, balletti. A Mediaset lo vorrebbero già dalla primavera".

Ma non ha la tournée teatrale?
"E infatti mia moglie dice che sono pazzo. Ma la fatica fisica non mi spaventa. Sono le situazioni poco chiare che mi tolgono energie. Il teatro è una cosa che mi dà carica. Poi, partirò dal Sistina, come vede sempre in prima linea, io. Pensi che al Sistina l'ultima volta ci sono stato 33 anni fa ed ero nudo. Sì, recitavo in Hair, il musical".

E lo spettacolo di oggi?
"Porto in scena me stesso. Porto le mie parrucche e vado lì a fare quello che so fare dai tempi del Derby Club a oggi. Ho qualcosa come duemila serate alle spalle, da quando al Derby stavo accanto a grandi come Gaber e Jannacci, fino a oggi. I miei monologhi di 30 anni fa, Battisti, l'America e via via in avanti. Toccherò argomenti vari, come quest'estate a Bagnoli, quando dissi davanti al pubblico che bisognava buttarlo giù quel mostro di acciaieria. Gridarono allo scandalo ma intanto ora l'hanno buttato giù e ci fanno un parco. Farò i miei personaggi, che non sono imitazioni, ma figure che vivono di vita propria. Con travestimenti più veloci che in tv, ovviamente, farò Prisco, Maldini, Caccamo, Celentano che ormai sono io... Adriano, gli ho detto, se tu esci ogni cinque anni, questo vuoto bisogna riempirlo. Lo faccio io. E lui mi ha risposto 'Giusto, fallo tu'".

Canterà anche...
"Certo, Ray Charles, Otis Redding...".

Ma perché quel titolo "Sono tornato normale, show"?
"Perché è proprio così. Con gli spettacoli, posso decidere io. Cambiare scaletta, allungare, accorciare, dire o non dire. Mi sento di nuovo normale".

Più libero?
"Libero, sì. Padrone di me stesso. Normale, appunto".
ANNA BANDETTINI
(8 novembre 2003)



Fonte: La Repubblica online



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