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«La Shoah suprema vergogna della storia europea» - venerdì 19 settembre 2003 at 08:53
Il presidente della Repubblica Ciampi oggi in visita al campo di concentramento di San Dalmazzo in provincia di Cuneo
«La Shoah suprema vergogna della storia europea»

«Giornate come questa rafforzano in me la fiducia nelle virtù del nostro popolo, la fiducia nelle nostre istituzioni democratiche saldamente radicate nella coscienza e nel costume degli italiani. Abbiamo il dovere di trasmettere alle generazioni future istituzioni rafforzate, non indebolite dai nostri comportamenti. Lo dobbiamo a coloro che con il sacrificio della loro vita diedero vita alle nostre libertà». Così il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha ricordato ieri a Cuneo una delle prime stragi nazi-fasciste del 1943/44, esaltando il lavoro dei confinati di Ventotene, da cui nacque il progetto di Unione europea, il sacrificio dei partigiani e il coraggio di tanti italiani comuni che misero a rischio la loro vita per salvare gli ebrei, perseguitati dalla Repubblica di Salò.
«Nel momento più tragico rifulse ancora di più l'umanità della nostra gente», ha spiegato il Capo dello Stato incontrando le autorità della provincia di Cuneo nel Teatro Toselli. A Borgo San Dalmazzo, alle porte di Cuneo, dove Ciampi si recherà oggi, c'era uno dei 4 campi di concentramento di ebrei in Italia (gli altri erano a Fossoli, Bolzano e alla Risiera di San Saba a Trieste). «San Dalmazzo - ha affermato il capo dello Stato - ricorda la Shoah suprema vergogna della storia europea. Ma noi non dimentichiamo i più di mille ebrei di mezza Europa, non italiani, che avevano cercato rifugio dopo l'8 settembre nelle montagne del cuneese, vi erano giunti da Oltralpe, al seguito e con l'aiuto generoso delle nostre truppe, che già li avevano protetti dalla Gestapo nella Francia di Vichy. Un terzo di loro fu poi catturato e il campo di Borgo San Dalmazzo fu, per 349 ebrei ivi rinchiusi, soltanto una tappa per Auschwitz. Lo stesso percorso seguirono 28 ebrei piemontesi. Di tutti loro, soltanto 12 fecero ritorno. Ma grazie all'aiuto della popolazione e all'opera di un sacerdote, don Raimondo Viale, oggi ricordato nel Giardino dei Giusti a Gerusalemme, la maggioranza di coloro che erano partiti da Oltralpe, sfuggì alle retate naziste e si salvò in queste vallate, sopravvivendo a due lunghi inverni».
(19 settembre 2003)


Fonte: Liberazione online

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