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''Perché ho deciso di scegliere Dio'' - lunedì 8 settembre 2003 at 09:11
La storia L'ex stilista e modello di Vibo che sta per diventare sacerdote
«Perché ho deciso di scegliere Dio»

VIBO VALENTIA – Il passo dalle sfilate di alta moda agli studi teologici per diventare ministro di Dio è stato lungo e pieno di interrogativi. Mimmo Sorbilli, 40 anni, vibonese puro sangue, un tempo non molto lontano stilista di grande successo, dopo la conversione sembra guardare tutto con distacco. La riscoperta della fede, che lo sta portando dritto al sacerdozio, gli ha fatto acquisire una spiritualità nuova che riesce a contagiare tutte le persone che gli stanno vicino. Il suo stato di grazia, proprio delle persone che sono state scelte da Dio, l'hanno reso un'altra persona. Il progetto di servire la Chiesa, comunque, è la roccia su cui Mimmo Sorbilli, allievo prediletto di Armani, Valentino e Versace, ha deciso di investire tutte le sue energie e creatività. Ormai il dado è tratto. Come San Paolo, dopo la folgorazione sulla via di Damasco, Mimmo si prepara a diventare pastore di anime e servitore umile della comunità degli uomini. Mimmo, già “uomo nuovo” vorrebbe che in futuro il suo sacerdozio diventasse “signum” di conversione per altri giovani.
Hai lasciato la carriera, il successo, la visibilità in un mondo dove spesso conta l'immagine e l'avere. Perché? «Questo taglio netto con un certo mondo non mi è costato dolore e lacrime. Mi sono lasciato soltanto lavorare da Dio che da tempo parlava al mio cuore. Sentendo quella voce sottili e scoprendo i veri valori della vita ho ritenuto che la mia fede sia più importante del successo e dell'immagine. Solo vanità delle vanità sono le cose del mondo».
A quarant'anni ti accorgi di Dio. Dove l'avevi dimenticato? «Dio non l'ho mai dimenticato. È stato sempre dentro di me forse oscurato da una vita mondana che ingoiava tutte le mie energie. Finito il clamore la ricerca continua di nuovi e sicuri attracchi mi ha riportato dritto alle origini spirituali di ogni uomo».
Approdare a Dio dopo un viaggio durato anni non è stato traumatico? «Assolutamente no. Non solo non è stato traumatico ma devo dire che è stato liberante perché mi ha portato a sprofondare nella mia essenza di Figlio di Dio. In una società secolarizzata dove si è perso il senso della “creaturalità” non è cosa da poco».
Prima della vocazione cosa cercavi? «Ero stato rapito dall'illusione del successo, e dell'avere tutto e subito. Per fortuna è durato poco perché dentro di me in silenzio sbattendo la testa fra mille dubbi sono riuscito a invertire la marcia e ritornare sulle tracce di Dio che mi hanno portato sicurezza, coraggio e certezze. Quello che purtroppo manca all'uomo di oggi».
Dal mondo frivolo dell'alta moda nel tuo “nuovo uomo” cosa porti?» «Porterò il gusto del bello e l'esperienza di una mondanità conosciuta da vicino ma vissuta più da spettatore che da protagonista».
«Com'è nata questa vocazione?» «Nonostante il clamore e le attrazioni forti del mondo della moda ho sempre sentito una voce dentro di me che mi chiamava per qualcosa di veramente straordinario che è il servizio all'uomo attraverso il ministero sacerdotale».
Sacerdote al servizio della comunità. Perché? «Mi appaga e mi rendo libero. Sarò un sacerdote povero ma fedele al Signore. Ho sempre creduto in una comunità che attorno al suo Pastore cammini verso Dio, il principio e la fine di ogni cosa».
Cosa rimpiangi del mondo patinato della moda? «Non rimpiango assolutamente nulla, ma rimango legato alla creatività artistica che è anche un dono di Dio».
Un sacerdote cosa si aspetta dagli altri? «Più che aspettarmi dagli altri mi chiedo cosa saprò dare al mio prossimo. Una cosa è certa: quello che mi sarà dato gratuitamente ad ogni fratello lo centuplicherò per alleviare le sofferenze delle persone sconfitte e abbandonate».
Dal mondo della moda come si vede la religione e la fede? «In quell'ambiente prevalendo spesso l'avere la fede viene esclusa dalla scala dei valori».
Ci sono spazi di umanità nel mondo delle moda? «Un briciolo di cuore si può trovare anche dove si pensa solo ai soldi e al successo. Per mia fortuna gli stilisti Armani, Valentino e Moschino sono stati anche maestri di vita e di generosità».
Chi ti sta seguendo in questo difficile percorso di conversione? «Sono due sacerdoti: mons. Onofrio Brindisi e don Filippo Ramondino. In loro ho trovato saggezza equilibrio e una grande fede. Spero di avere la loro stessa forza e umiltà nel servire la Chiesa».
Cosa consiglieresti ai giovani per avvicinarsi a Dio? «Ascoltare un po di più la propria coscienza e non farsi attrarre dai falsi idoli della società dei consumi. Questo potrebbe aprire le porte del cuore a Dio».
Lino Fresca
(lunedì 8 settembre 2003)


Fonte: Gazzetta del Sud online

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