News Item


Guarda Tutti Gli Articoli

Trans, diritto di cambiare nome e cognome - giovedì 17 luglio 2003 at 12:19
Documenti non rispondenti all'identità psico-fisica. Tre leggi per il no alle discriminazioni
Trans, diritto di cambiare nome e cognome

Negato a 30mila italiani il diritto alla privacy. Ed è solo uno dei tanti problemi che vivono ogni giorno transessuali e transgender a causa di un nome che non corrisponde al loro aspetto esteriore. Gravi infatti le conseguenze sul lavoro. Troppi i casi di donne esaltate nel colloquio di assunzione e poi cacciate al momento dei documenti. «Un'amica - spiega Lielia Deianis di Arci Trans - conosceva sei lingue. Al negozio di articoli religiosi vicino il Vaticano erano felici di averla come commessa ma quando ha tirato fuori la carta d'identità, l'impiego è sfumato». E quando il lavoro c'è, arriva la piaga mobbing. Gesti quotidiani come pagare al supermercato col bancomat, firmare un assegno, effettuare un check in all'aeroporto, significa mettere in piazza la propria intimità. Altro che privacy. Discriminazioni che il pacchetto di tre leggi presentate da Rifondazione comunista vuole eliminare consentendo, in primo luogo, il cambiamento del nome tutte le volte che la persona «sente di non appartenere al sesso indicato nel suo atto di nascita».
«Si tratta - spiega Titti De Simone, prima firmataria della proposta sulle norme in materia di adeguamento del nome all'identità psico-fisica della persona - del riconoscimento di un pieno diritto di cittadinanza». «L'Italia - aggiunge - si conferma in ritardo rispetto all'Europa». Proposta così la cosiddetta «piccola soluzione», già adottata in Germania. Riconoscere la facoltà a chi vuole un altro nome di ottenerlo anche se non è stato sottoposto a operazione per il cambio di sesso. Sono molti i trangender che dopo aver avviato, con terapie ormonali, la modificazione dei caratteri sessuali secondari, conquistano l'equilibrio psico-fisico e rinunciano all'operazione. Oggi però la legge consente il cambio di nome solo a intervento avvenuto o in caso di cognome «ridicolo o vergognoso». Importante la firma in calce alla proposta del deputato forzista Dario Rivolta per il quale la legge «è un atto dovuto». «Questa legge - spiega Gigliola Toniollo di Cgil ufficio nuovi diritti - serve a costruire uno stato più civile». Annunciano raccolte di firme le associazioni. Mirella Izzo di Crisalide Azione Trans è pronta ad adire la Corte europea dei diritti dell'uomo mentre Marcella Di Folco (Movimento Identità Transessuale) chiede che «la Casa delle libertà dimostri qual è la libertà di cui parla».
Graziarosa Villani
(17 luglio 2003)

Fonte: Liberazione online



home page


Per inviare una tua notizia alla redazione, posta qui:

news per la redazione altomesima


Powered by Web Wiz Site News version 3.06
Copyright ©2001-2002 Web Wiz Guide