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L'ultimatum di Fini - venerdì 11 luglio 2003 at 08:44
Aspro colloquio con Berlusconi. L'ira del leader di An
"Se vuoi governa solo con i voti di Bossi, io torno al partito"
L'ultimatum del vicepremier "Basta con la Lega, o lascio"
Il leader dell'Udc: "Le sparate leghiste minano la coalizione: rimpasto, oppure Berlusconi-bis"

ROMA - "Su queste basi non si può più andare avanti. La Lega non solo è sopravvalutata, è come se guidasse il governo. Non vorrei che tu, caro Silvio, ti ritrovassi nella situazione di dover scegliere tra noi e loro". Non è ancora una crisi di governo, ma quella della Casa delle libertà è sicuramente una crisi politica. Le parole che Gianfranco Fini ha scandito ieri pomeriggio davanti a Silvio Berlusconi ne sono una dimostrazione. I rapporti nella maggioranza sono lacerati e ieri il Cavaliere se ne è accorto. Ha dovuto fare i conti prima con il gelo del suo vicepremier e poi con quello del segretario centrista, Marco Follini.

E' stato soprattutto il leader di An a scagliare contro il premier le argomentazioni più pesanti. Il fallimento della 'cabina di regia', le minacce di Umberto Bossi, le cene di Arcore che dettano la linea politica ed economica all'esecutivo e anche l'incontro notturno di mercoledì sera con Tremonti e il leghista Calderoli, hanno costretto il suo partito a scegliere la via più dura. Quella dell'aut-aut. Una linea, peraltro, concordata con l'Udc e corroborata ieri sera in un colloquio tra lo stesso Fini e Follini. Un tracciato che punta dritto al ridimensionamento dei lumbard e del ministro dell'Economia.

Il 'nodo' rimane dunque il Carroccio, il suo peso politico nell'alleanza. Un problema piuttosto chiaro ed evidente. Ma la soluzione è ancora indecifrabile, fumosa. Certo, nei due faccia a faccia di ieri pomeriggio a Palazzo Chigi lo spauracchio della "crisi di governo" e del "rimpasto" è stato agitato a più riprese. "Se tu pensi di poter governare solo con i voti di Bossi - ha avvertito Fini - fallo pure. Io posso tranquillamente tornare al partito".

L'ira del vicepremier parte dal fallimento della cosiddetta 'cabina di regia'. A suo giudizio, quella soluzione "è stata nei fatti sabotata" da Bossi e da Tremonti. Ed ora è definitivamente tramontata. Anzi, "sarebbe addirittura offensiva riproporla".

Il Cavaliere ha cercato di rassicurarlo, gli ha garantito un impegno a controllare le "intemperanze" di Bossi a circoscriverne l'azione. A patto, però, che "questo teatrino, nel bel mezzo del semestre italiano di presidenza Ue, non continui più". "Dammi tu un'idea su come trovare una soluzione", ha insistito Berlusconi. "Eh no - ha risposto Fini - una soluzione io l'avevo trovata e l'avete fatta saltare. Ora tocca a te inventarne un'altra. A te spetta riprendere in mano il timone".

Il dialogo tra sordi è proseguito anche quando il Cavaliere ha dirottato il confronto sul piano programmatico. Ha spiegato che sulla riforma delle pensioni Bossi ha ammorbidito la posizione e che Tremonti stava consultando gli uffici europei su due o tre soluzioni che aveva studiato (la risposta ricevuta a Francoforte però non sarebbe stata confortante). Che i soldi per il mezzogiorno alla fine si possono trovare e che, però, per frenare l'irruenza dei leghisti forse servivrà "il voto finale sulla devolution così com'è e senza inserirla nel pacchetto La Loggia entro questo semestre".

Una frasetta buttata là che ha fatto infuriare ancora di più Fini. "Non se ne parla proprio", lo ha stoppato rammentando che sul punto era intervenuto un accordo per inglobare la riforma Bossi nel disegno più complessivo del federalismo. La devolution può diventare la cartina di tornasole per An e Udc: se Bossi la spunterà anche stavolta, allora la situazione sarà irrecuperabile.

Berlusconi è passato dalle pacche sulle spalle gli avvisi più gravi. "Non si può aprire una nuova verifica - ha sibilato - bisogna assolutamente ricondurre la maggioranza al vincolo di coalizione. Al programma di governo". Eppoi: "Una crisi di governo nel semestre europeo è inaccettabile. Un rimpasto pure". Una concessione però l'ha fatta: "Licenziamo il dpef, facciamo la finanziaria, concludiamo l'impegno europeo e a gennaio vedremo se servirà una riflessione su quello che mi dici".

Una sorta di mezza 'apertura' alla possibilità di ridimensionare il raggio di azione dei lumbard, magari premiare Fini con un dicastero di peso da aggiungere alla vicepresidenza e non escludere l'idea di 'ritoccare' la squadra di governo.
L'incontro con Follini solo in parte è proceduto su binari diversi. "Da parte nostra - sono state le parole del leader centrista - il patto con gli elettori, a differenza di quel che dice Bossi, non è in discussione. Noi siamo leali alla Casa delle libertà, ma non possiamo correre dietro la Lega. Sono loro che stanno fuori dalla coalizione e non noi".

Il mirino è rivolto in primo luogo verso gli ultimi episodi consumatisi in Parlamento. "Hai visto che hanno fatto alla Camera sull'indultino? E il voto con l'Ulivo per dare più soldi al nord? E le cannonate agli immigrati? Questo secondo te mina o no l'alleanza? Questo è o non è un uragano senza controllo? E la devolution come la gestisci?". Per Follini la conseguenza politica del suo ragionamento porta all'allontanamento del Carroccio e al rimpasto, se non addirittura al 'Berlusconi bis'.

Anche con il segretario Udc, il Cavaliere ha alternato i toni soft per blandirlo alle minacce per dissuaderlo. Ma alla fine della giornata, le pedine sono tornate come in un Monopoli al punto di partenza. Il Cavaliere ha risentito Bossi quasi per tranquillizzarlo sulle sue intenzioni. La prossima settimana, forse, ci sarà il vertice di maggioranza. Oggi intanto si riunisce il consiglio dei ministri. Il capo del Carroccio è tentato dall'idea di disertare l'appuntamento. Del resto, all'ordine del giorno il Dpef non c'è. Slitta alla prossima settimana. E tra i corridoi di Montecitorio e Senato si aggira un fantasma: l'esame del dpef quasi a Ferragosto o addirittura rinviato a settembre. Ossia quando il governo estrarrà un'altra spina acuminata: la finanziaria 2004.
CLAUDIO TITO
(11 luglio 2003)

Fonte: La Repubblica online



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