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Il movimento libera Salonicco - domenica 22 giugno 2003 at 11:40
Il controvertice vince la sua scommessa: duecentomila ieri in piazza nella città greca. Il blocco nero ingaggia scontri e fitti lanci di molotov. La polizia carica tutti
Alla fine il bilancio sembra sempre lo stesso. Tanta partecipazione, centinaia di migliaia di persone nascoste dal fumo dei lacrimogeni e delle bottiglie molotov. Alla lunga anche questo potrebbe diventare un cliché. Sembravano averlo capito i greci che hanno "messo in conto" entrambe le cose.
I cortei annunciati erano due, più il consueto fuori programma del "blocco nero". Il primo della coalizione Salonicco 2003, con il Partito comunista greco Kke, i sindacati legati al partito e diverse associazioni internazionaliste. Prima dell'inizio della manifestazione erano già 100mila persone a riempire tutto il lungomare della città, pieno di bandiere rosse e con un servizio d'ordine molto numeroso e inquadrato.

Il secondo corteo quello del Greek social Forum a cui aderivano la campagna Genoa2001, tante associazioni, il partito della sinistra europeista Synaspismos doveva attraversare la città. Alla partenza è veramente grande, diversi chilometri. Colorato, pieno di cartelli e temi: migranti, l'Europa dal basso, il Wto da abolire, la guerra e il terrorismo come ricatto del mondo e così via.

Poi c'è il blocco nero, che a Salonicco si fa vedere numeroso e contaminato da diversi gruppi e persone. Esce compatto dal quartiere generale dell'università per accodarsi al corteo dei Forum sociali. Gli scontri cominciano subito. Brucia un McDonald, un gruppo di giornalisti televisivi sul tetto di una casa (che prenderà fuoco) viene bersagliato da lanci di ogni genere e tiri di fionda. Anche sotto la sede del Kke scontri e scaramucce con diversi feriti tra i manifestanti.

La polizia non sta a guardare ovviamente. Carica il grosso del blocco nero e lo respinge fin dentro l'università da cui i manifestanti escono per delle sortite, molotov e sassi. Altri gruppi di neri, si danno da fare in città. Fumo ovunque. Le cariche della polizia sono tante e anche un po' a caso su chi gli capita a tiro. Di nuovo i lacrimogeni a "mostarda" a rilascio lento che danno fastidio per molto tempo. Le manifestazioni si fermano per lungo tempo: «Altissime colonne di fumo nero e bottiglie molotov che volano, non riusciamo a capire cos succede dietro di noi a distanza di un chilometro. La quantità di molotov che volano è impressionante», racconta un militante dei Cobas a RadioGap.

La polizia insiste nello sgomberare la zona con le cattive. Il Social Forum più volte avanza verso la polizia per chiedere di evitare di sparare gas sui manifestanti, creando situazioni pericolose e inutili. Gran parte del corteo si riversa in Piazza Aristotele, così grande da contenere entrambe le chiusure dei cortei con un palco da ciascun lato. Il Social forum riesce a convincere il servizio d'ordine del Kke a aprire i propri cordoni e lasciare passare le persone che hanno paura e vogliono allontanarsi verso il lungomare. Dopo l'accordo, la gente si mischia in tutte le direzioni, i cortei non riescono più a camminare in una sola direzione. Spezzoni si incrociano e si vengono incontro. Si mescolano i popoli così diversi. Mentre attorno all'università e in altre zone della città infuria ancora la battaglia tra il blocco e l'antiguerriglia greca.

I dati di questa giornata greca del movimento europeo sono due. Il primo è la grandissima partecipazione. Uno dei più grandi controvertici europei. Un successo enorme per i greci, nonostante le differenze e divisioni e la presenza di gruppi antieuropeisti e antimovimentisti. Rimarranno le immagini e titoli su scontri e danneggiamenti. Ma sembra ormai un cliché. Il movimento riesce guardare oltre il ricatto dei "neri" come dei moderati su questo punto e guarda avanti.

Il secondo punto è quello che Alfio Nicotra, responsabile per il Prc delle relazioni con il movimento, sintetizza al telefono: «questa mobilitazione grande e colorata passa il testimone al movimento italiano per il semestre di presidenza dell'Ue. Ci consegna un esempio vitale per lanciare le iniziative a Roma e in Italia sull'Europa che esclude i migranti, su una Convenzione che non parla di diritti sociali ed economici, che trasforma la cittadinanza in merce. Toccherà a tutti noi adesso prepararci a questi sei mesi intensi. I movimenti si consolidano e allargano la partecipazione ovunque. Ora dobbiamo cominciare e costruire dei successi politici». Un compito stimolante.

Claudio Jampaglia
(22 giugno 2003)

Fonte: Liberazione online



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