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Lanciato l'sos al Governo - martedì 10 giugno 2003 at 11:52
Vertenza Nuovo Pignone A Roma parlamentari del Vibonese, sindaco Costa e confederali
Lanciato l'sos al Governo
Il sottosegretario Galati si impegna a contattare l'azienda

VIBO VALENTIA – Le intenzioni sono buone ma non bastano a risolvere la crisi che attanaglia lo stabilimento Nuovo Pignone di Vibo Marina. Ne sono consapevoli Rsu, sindacati e rappresentanti istituzionali che ieri hanno incontrato a Roma il sottosegretario per le Attività produttive, on. Giuseppe Galati. Nello stesso momento i lavoratori hanno occupato l'aula consiliare del Comune di Vibo. Con loro Gianni Rinaldini, segretario nazionale Fiom e Mario Sinopoli della Fiom regionale. La riunione romana, chiesta al ministro Marzano dal sindaco di Vibo Elio Costa, ha consentito alle parti sociali e ai parlamentari del Vibonese, di fare il punto della situazione con il sottosegretario. Per molti versi si è trattato di un incontro interlocutorio durante il quale all'on. Galati – presente insieme al direttore generale Massimo Goti e al capo della segreteria Vito Napoli – sono stati forniti dati sullo stabilimento metalmeccanico di Vibo Marina. Nondimeno la Rsu – Rito (Fiom Cgil), Garrì (Fim Cisl) e Fresca (Uilm Uil) – i segretari territoriali – Mammoliti (Cgil), Belmonte (Cisl) e Prestia (Uil) – il sindaco Costa ed i parlamentari (i sen. Bevilacqua e Iovene, l'on. Ranieli) hanno esternato la loro preoccupazione per il futuro del sito produttivo. Un futuro minacciato dal ricorso alla cassa integrazione straordinaria per due anni, decisa dall'azienda (la multinazionale General Electric) nei confronti di 43 dei 123 operai. Provvedimento che, di fatto, preannuncia lo smantellamento dello stabilimento o almeno lo mette nelle condizioni di non poter più essere produttivo. Pertanto una prima richiesta avanzata al sottosegretario Galati, che dovrà girarla all'azienda, riguarda la revoca della cassa integrazione. Un obiettivo difficile da raggiungere anche perché i tempi stringono: martedì 17, infatti, è in programma la riunione tra General Electric e le segreterie nazionali delle organizzazioni sindacali per la firma del provvedimento col quale si “mettono a riposo” 43 lavoratori. Al contempo la delegazione – che oggi pomeriggio incontrerà a Lamezia Terme il presidente della Camera, Casini – ha anche sollevato altre esigenze quali: la creazione di un piano industriale, il recupero delle potenzialità del sito metalmeccanico vibonese e la verifica dell'impiego dei finanziamenti pubblici (11 miliardi di vecchie lire) ottenuti dall'azienda. Cgil, Cisl e Uil vogliono che il governo accerti se i fondi sono stati impegnati per gli interventi previsti. In pratica le richieste avanzate girano attorno a una sola necessità: mantenere lo stabilimento di Vibo Marina nei circuiti di produzione, in modo tale che riesca a diventare parte integrante e attiva (molo metalmeccanico) del distretto industriale locale. E, per raggiungere il traguardo si chiede non solo l'aiuto del governo ma anche della Regione. Il sottosegretario Galati ha rimarcato la necessità di un intervento immediato «poiché non è possibile perdere in Calabria e a Vibo una esperienza produttiva così antica e forte. Occorre impegnare la General Electric – ha aggiunto – a dare una risposta non tanto sulle commesse di lavoro necessarie per mantenere i posti, ma sulla prospettiva produttiva del polo che è uno dei pochi tecnologici esistenti in Calabria». In ragione di ciò si è dato incarico al direttore generale Goti di assumere le iniziative utili per un confronto con l'azienda. Linea d'azione condivisa dal sen. Francesco Bevilacqua (An) il quale, dopo aver ricordato che la crisi al Nuovo Pignone è “ciclica”, il governo deve recitare una parte determinante in questa vicenda. «Altrimenti – ha detto il parlamentare – si andrà incontro a una crisi senza sbocco, a un irreparabile danno occupazionale».
Marialucia Conistabile
(martedì 10 giugno 2003)

Fonte: Gazzetta del Sud online


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