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«Vogliamo far uscire il disabile dal ghetto» - venerdì 23 maggio 2003 at 09:39
Indagine dell'Asl nelle scuole dell'alto Mesima
«Vogliamo far uscire il disabile dal ghetto»

Soriano Calabro - Un'indagine conoscitiva dei bisogni socio-sanitari dei minori disabili, che frequentano la scuola nei comuni di Soriano, Vazzano, Pizzoni, Gerocarne, Dasà, Arena, Acquaro e Dinami, facenti parte della Comunità montana dell'Alto Mesima, è stata avviata dall'“Unità multidisciplinare per l'handicap/legge 104”, un gruppo di operatori dell'Asl di Vibo, di cui è direttore Santo Garofalo, che svolge attività di consulenza nelle scuole dei suddetti comuni. L'iniziativa si è resa necessaria a fronte della condizione di scarsa informazione e, quindi, di quasi totale isolamento in cui le famiglie con portatori di handicap continuano a vivere. «Basti pensare - ha osservato il dott. Antonio Lo Iudice, psicologo all'interno della unità multidisciplinare - che le 100 famiglie con disabili, che vivono nel territorio della comunità montana dell'Alto Mesima, non si conoscono tra loro e non si sono mai, finora, incontrate per discutere dei loro problemi. Da oltre dieci anni insieme con il dott. Risoleo, neuropsichiatra infantile, svolgiamo - ha spiegato - un servizio di diagnosi e cura per i minori disabili, inseriti a scuola con il sostegno didattico. Molti genitori, in difficoltà di gestione, ci chiedono aiuto anche su problemi di natura socio-assistenziale, la cui competenza, sulla base della legge 104 del 1992, è delle amministrazioni locali. Si rileva, effettivamente, sul territorio, una grande carenza di servizi per l'assistenza e l'integrazione sociale del disabile». A questo già preoccupante quadro bisogna aggiungere il fatto che in un incontro, svoltosi qualche giorno fa a Soriano, presso la sede della Comunità montana, con il patrocinio dell'ente montano, promosso ancora una volta dall'Unità multidisciplinare dell'Asl n.8 in collaborazione con l'Anffas Onlus (Associazione nazionale famiglie di disabili), rappresentata da Salvatore Parisi, responsabile del progetto Anffas sud, delle 100 famiglie era presente soltanto il venti per cento e che il restante ottanta per cento non ha partecipato non solo per mancanza di fiducia nei confronti dei vari enti preposti all'assistenza e all'integrazione dei disabili, ma anche in quanto vi è, in questo territorio, purtroppo ancora molto radicata, una chiara tendenza ad autoemarginarsi. Da qui, la nobile iniziativa di Lo Iudice e degli altri operatori che svolgono attività di consulenza nelle scuole. «Intendiamo far uscire l'handicap dal ghetto dell'emarginazione - ha rilevato Lo Iudice - e le famiglie dalla autoemarginazione. È, questo, insieme all'incontro tenuto nei giorni scorsi, il primo passo verso la costituzione di un'organizzazione stabile, che raggruppi le famiglie con disabili, per una migliore qualità della vita e dei servizi, di cui hanno bisogno e diritto. Nell'anno europeo del disabile, qual è stato dichiarato il 2003, vogliamo dare anche noi un contributo. Il questionario che stiamo consegnando alle famiglie interessate, ci sarà utile per fare interventi mirati e per l'organizzazione di una struttura - agenzia permanente di consulenza, informazione e collaborazione con tutte le famiglie dei disabili».
Nando Scarmozzino
(venerdì 23 maggio 2003)


Fonte: Gazzetta del Sud online

Associazione Nazionale Famiglie di Disabili Intellettivi e Relazionali

Legge 104/92

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