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Lettere contro la guerra di Tiziano Terzani - venerdì 18 aprile 2003 at 18:59

Ho iniziato a leggere un bellissimo, utilissimo, intelligentissimo libro di Tiziano Terzani dal titolo "Lettere contro la Guerra".
E scorrendo lo sguardo frettoloso tra le pagine e soffermandomi più intensamente su qualche paragrafo che mi avvinceva più di qualcun altro, ho rivisto questo strano personaggio (così l'avevo definito la prima volta in cui l'ho conosciuto) attraversare di gran carriera il salone del Ristorante "Bell'Ombra" di Maresca, sulla montagna Pistoiese, per venirsi a congratulare con me, mentre venivo premiato, per una mia poesia, "Scienza", che denunciava le manipolazioni genetiche e che era stata inserita nella terna dei finalisti in un concorso letterario al quale mi ero iscritto qualche mese prima.
"Fantastica" era stata la sua esclamazione e stringendomi la mano mi aveva richiesto una copia di quella poesia, che poi gli feci pervenire qualche tempo dopo compresa in una silloge di altre mie composizioni con la quale avevo partecipato (senza alcun risultato) ad un concorso di poesia a Monsummano Terme.
Al giornalista Tonarelli, corrispodente da Pistoia per "La Nazione" di Firenze, che mi sedeva a fianco e che conoscevo da diverso tempo, chiesi chi fosse quello "strano personaggio" vestito di bianco, dalla barba folta e trascurata, che aveva messo in crisi la Giuria del Premio alla quale, con la sua plateale osservazione, aveva fatto comprendere che quella poesia non meritava un misero decimo posto nella graduatoria dei finalisti.
Ed il giornalista rivolgendosi a me stupito aveva risposto: "Come non conosci Tiziano Terzani?"
Appresi così di aver avuto la grande fortuna di aver ricevuto una stretta di mano ed un complimento da un "grande" del giornalismo internazionale, un uomo meraviglioso ed inimitabile che aveva avuto la sfortuna di assistere in qualità di inviato di guerra del Corriere della Sera e di "Der Spiegel" a tutte le brutture che le guerre del continente asiatico avevano causato in quella parte del mondo e che aveva saputo trasformare la sua sfortuna ed il dolore che lo aveva per lunghi anni accompagnato in occasione unica di crescita civile per lanciare il suo grido di allarme contro tutte le violenze del mondo.
Da quel giorno ho divorato con avidità una buona parte dei libri che Tiziano Terzani aveva pubblicato fino a quella data. Questo mi ha permesso così di conoscere a fondo il cuore e l'anima di questo scrittore con il quale ho avuto qualche altra occasione di dialogo incontrandolo per le strade di Maresca, prima che "sparisse" dalla sua "Orsigna" per andarsi ad isolare tra le montagne del Tibet alla ricerca di quella ricarica interiore che solo i monaci buddisti e la vicinanza del Dalai Lama possono favorire, ma che viene ulteriormente accresciuta dal vivere in mezzo ad una natura incontaminata che, come afferma lui stesso, è indifferente a tutte le preoccupazioni degli uomini.
In "Lettere contro la Guerra" Terzani lancia il suo grido di allarme cercando di dare un segnale forte per una responsabile presa di coscienza sui pericoli che incombono sul mondo a causa della recrudescenza di forme di violenza e di intolleranza.
Tutto ciò nella convinzione che accelerando questo processo di conoscenza sulle diseguaglianze esistenti tra le varie regioni del mondo si possa avviare quel risveglio indifferibile delle coscienze delle persone che possa evitare il ripetersi del ricorso alla guerra per risolvere le contrapposizioni e le incomprensioni tra i governi.
E Terzani si sforza di far comprendere a tutti che il mondo, dopo gli attentati alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001, non è più quello di prima ma che è profondamente cambiato e che l'umanità, soprattutto quella delle regioni più ricche e più privilegiate del pianeta, sta correndo un grosso pericolo per la sua sopravvivenza se non si fa carico di queste disuguaglianze e della eliminazione della miseria in una larga fascia del genere umano, soprattutto del terzo mondo, e che solo una mobilitazione convinta ed incondizionata dei popoli a favore della pace può preservare il futuro della civiltà dell'uomo da nuove guerre e da una distruzione quasi certa.
Il libro di Tiziano Terzani va letto nella sua interezza: ogni pagina ha una fondamentale importanza e non può essere sintetizzata. Fra l'altro il testo è scorrevole e la lettura piacevole perchè il contenuto dei pensieri dell'autore ha un forte impatto emotivo sul lettore che si troverà totalmente coinvolto in questo ampio progetto teso a privilegiare la pace per risolvere i conflitti esistenti ed a ripudiare la guerra come mezzo inutile di offesa per riportare ordine nel mondo.
Un mondo dove le disuguaglianze, ampliate ormai dalla globalizzazione dei mezzi di informazione, appaiono insopportabili soprattutto per quelle popolazioni che possiedono enormi ricchezze naturali (leggi: petrolio) e che assistono impotenti alla rapina ed al loro sfruttamento da parte delle multinazionali occidentali.
E tale impotenza viene accelerata ed acuita dallo spreco delle ricchezze e dalla rincorsa all'edonismo più becero da parte delle popolazioni occidentali.
Questa convinzione rappresenta un'ulteriore umiliazione e contribuisce a far aumentare l'avversità verso la nostra civiltà accusata, ed a ragione, di privilegiare il consumismo e lo spreco piuttosto che la rinuncia almeno al surplus per togliere in parte dalla miseria, dalle malattie e dalla disperazione milioni di famiglie ed altrettanti milioni di bambini a cui vengono negati anche alcuni elementari diritti che sono: il diritto alla nutrizione, alla salute ed alla vita.
Santoro Salvatore Armando - Lillianes (AO)
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