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Se vuoi fare il giornalista - lunedì 31 marzo 2003 at 13:24
Una ricerca condotta negli USA dalla società Pew Internet Project dimostra come per un numero sempre maggiore di persone il Web sta diventando la principale fonte di informazione. La società di ricerche ha condotto l’indagine per comprendere con quale facilità gli utenti riescono a rintracciare on-line le informazioni che cercano. Con oltre il 60% degli americani dotati di accesso a Internet, il 40% da più di tre anni, il Web è diventato uno strumento primario per la ricerca di informazioni. Sono sempre di più gli utenti che dimostrano di avere crescenti aspettative in relazione alle risorse disponibili on-line. L'indagine ha messo in luce che, in particolare, le aree di interesse che maggiormente portano gli utenti a consultare il Web sono quelle legate alle notizie, alla salute, ai servizi della Pubblica Amministrazione e alle offerte commerciali. Quindi si delinea un nuovo percorso per la professione giornalistica, che non può essere relegata alla sola carta stampata o alle classiche “W” del giornalismo anglosassone. Infatti l’importanza della nuova struttura di produzione e diffusione del sapere rende necessaria una profonda riflessione a livello pedagogico e formativo. Le agenzie educative tradizionali si trovano ad affrontare il problema della grande novità apportata dai media nel percorso educativo di ogni persona. Questo, non può non investire chi l’informazione la produce, la crea, la genera. Le nuove tecnologie della comunicazione si propongono con forza come nuove componenti attive nella formazione della personalità e della cultura. Giornalismo e pedagogia sembrano semantemi disgiunti, in realtà chi si occupa di media incontra la pratica pedagogica almeno a due livelli fondamentali: educare con i media ed educare ai media. Nel primo livello il multiforme sistema mediale si propone come grande chance strumentale, grazie alla quale è possibile integrare il tradizionale metodo di trasmissione del sapere con le nuove situazioni comunicative offerte dall’audiovisivo, dalla multimedialità, dalla telematica trasformando sia il significato della “costruzione del sapere” sia lo stesso concetto di “insegnamento”. Il secondo livello, educare ai media, mette in luce come la pervasività dei media nella vita quotidiana rende necessario per tutti gli utenti un adeguato bagaglio critico. Un giornalista che si ferma a quanto appreso in illo tempore, non considerando la velocità dei tempi, rischia di essere già obsoleto ancor prima di uscire con un pezzo. Si è chiamati ad un continuo aggiornamento teorico-pratico che renda consapevoli delle numerose implicazioni legate all’uso dei media. Per questo è importante saper avvicinare i prodotti mediali con gli strumenti idonei: competenza linguistica, capacità di analisi, coscienza critica, competenza tecnica. L’evoluzione tecnologica, dalla linotype alla fotocomposizione, all’elaborazione digitale del testo, ha drasticamente trasformato i modelli organizzativi del lavoro giornalistico, inaugurando una tendenza alla separazione tra i vari settori, alla specializzazione dei singoli redattori e a una loro più marcata dipendenza dalle fonti informative “elettroniche” quali le agenzie di stampa e gli archivi informatizzati. Ne consegue che i compiti affidati a molti giornalisti si pongono oggi più sul versante esecutivo che su quello creativo: ricercare e raccogliere fatti; verificarli, anche mediante l’incrocio di fonti diversificate; effettuare l’analisi; il trattamento, la messa in prospettiva della notizia; esporre un contenuto in forma accessibile e accattivante per il pubblico dei lettori, dei radioascoltatori, dei telespettatori, o dei fruitori del web. L’elemento “tempo” è una delle variabili più critiche per lo sviluppo delle nuove tecnologie, per il life learning e l’orientamento. Non si può attendere il consolidamento di una tecnologia perché già si devono fornire nuovi strumenti che soddisfino le nuove esigenze dell’utenza dato che i processi, il business, l’organizzazione sono in continua e dinamica evoluzione. Lo sviluppo delle tecnologie della comunicazione, in particolare di quelle informatiche, ha modificato profondamente le modalità dell’interazione fra la persona egli strumenti utilizzati. Oggi personal computer e programmi continuano ad essere punto di riferimento essenziale, ma hanno perso la centralità che avevano: sono sempre meno “fine” e sempre più “tramite” per le attività degli utenti. Anche se il pericolo di utilizzazioni improprie è sempre presente, in concreto le nuove tecnologie della comunicazione rappresentano lo strumento indispensabile per garantire libertà e progresso in una società sempre più globale. Se volete saperne di più: www.amitie.it/sigillo.
Salvatore Danilo D'Alessandro


Fonte: Sacrocuoreonline

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