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Il marito è incolto? Colpevole la moglie .. - venerdì 28 marzo 2003 at 14:00
SENTENZA DELLA CASSAZIONE
Il marito è incolto? Colpevole la moglie
che ne ferisce dignità e sensibilità

ROMA - La moglie che sposa un uomo culturalmente inferiore deve accettare i suoi limiti finché morte non li separi. In caso di separazione, infatti, la consorte che ha mortificato il marito a causa della sua ignoranza, «ferendone la sensibilità e la dignità», può rischiare di vedersi attribuire la colpa del fallimento nuziale. Parola della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso di un marito di Bolzano, Josef F., che chiedeva che la colpa del crac nuziale fosse attribuita alla consorte Christine I., “rea" di averlo mortificato davanti ad amici e parenti per tutta la durata del matrimonio, facendogli pesare i suoi limiti culturali. Per la Suprema Corte, infatti, se queste mortificazioni assumono «efficacia causale nella determinazione della crisi coniugale» possono legittimamente diventare motivo di addebito. Un matrimonio all'insegna della differenza culturale quello tra Josef e Christine dalla cui unione erano nati due figli. Lei, laureata e insegnante a tempo pieno, lui senza titoli di studio e con un bagaglio culturale modesto rispetto alla consorte. Nel '94 si arriva alla separazione: ad aprile la richiede lei, stanca di portarsi appresso un marito “ignorante"; un mese dopo è Josef a rivolgersi al Tribunale, stanco di dover subire le aggressioni della moglie colta. Nel settembre del '98 il Tribunale di Bolzano dichiara la separazione personale dei coniugi senza addebito, affida i figli alla moglie e pone a carico del marito l'obbligo di mantenere la prole con 100 euro mensili a testa. «È colpa di entrambi se il matrimonio è finito», sancisce invece la corte d'appello di Bolzano che, nel maggio del 2000, riconosce anche il mantenimento di 150 euro mensili alla moglie. Contro la decisione ha protestato in Cassazione Josef F. sostenendo che la colpa della separazione doveva essere attribuita alla consorte che aveva «leso e ferito la sua sensibilità e dignità, ingiuriandolo e diffamandolo sia pubblicamente che in famiglia». Ed ora su questo punto la Cassazione ha accolto il ricorso del marito. Se il marito si è sentito ferito dal comportamento della moglie colta che lo mortificava non è detto che la colpa del crac nuziale non possa essere attribuito a lei «ben potendo - dice piazza Cavour - la prova di determinati comportamenti di un coniuge influire sulla valutazione dell'efficacia causale dei comportamenti dell'altro». Sarà ora la Corte d'appello di Trento a riconsiderare il caso alla luce dei principi dettati dalla Cassazione.

Fonte: Il Messaggero online

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