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Area per l'artigianato cercasi - mercoledì 12 marzo 2003 at 09:47
ACQUARO – Sulla individuazione di un'area da destinare a sviluppo artigianale, nell'ambito dei Pit, tornano a riunirsi oggi le Giunte comunali di Acquaro e di Dasà. Questa volta, però, non ci saranno passi indietro di sorta. Già nel recente passato, infatti, vi era stato un analogo incontro, a conclusione del quale tra i due esecutivi era stato trovato un accordo, sulla base del quale la scelta dell'area individuata all'epoca era caduta sull'ampio segmento di terreno detto “Carrà”. Questo territorio, tuttavia, secondo quanto è emerso in queste ultime ore, è risultato poco gradito agli artigiani di Dasà, che nelle scorse settimane hanno sciolto ogni riserva e hanno comunicato a chi di dovere il proprio deciso dissenso sulla scelta effettuata, adducendo come principale motivazione la difficoltà, a loro dire, che la zona di Carrà (il termine deriva dal greco e significa carro, cocchio) presenterebbe nella realizzazione di collegamenti viari veloci. Dall'incontro di oggi pomeriggio scaturirà, secondo quanto si è appreso, l'individuazione di una nuova zona, esattamente quella sottostante al campo sportivo di Acquaro, un'ampia fascia pianeggiante, che va a sconfinare nel comune di Dasà, essendo i due territori comunali ad un tiro di scoppio l'uno dall'altro. C'è anche da dire che da parte delle due amministrazioni è stata a suo tempo inoltrata la richiesta alla Regione di 700 mila euro, necessari per finanziare il progetto di rilancio dello sviluppo artigianale, in passato una delle colonne portanti dell'economia locale, ma che oggi non conta che su poche unità all'attivo. Queste, dopo essere state per secoli - in un prezioso documento che risale al 1466, a seguito di un'inchiesta agrario - fiscale fatta eseguire da Ferrante I d'Aragona, il nucleo dei mastri risulta essere già molto consistente; anche il Barrio, noto umanista, accertò la bravura degli artigiani locali - tra quelle più valenti nel circondario, pur di concorrere con il mercato hanno dovuto abbandonare le tecniche tradizionali di fabbricazione. Sono molti, pertanto, tra gli addetti ai lavori, ad essere convinti che, soprattutto se fosse specializzato in base alle tradizioni delle due aree, l'artigianato può senz'altro rappresentare una valvola di sfogo per l'ormai insopportabile pressione della disoccupazione ed un freno per l'emigrazione, che oggi più che mai interessa i giovani in cerca di lavoro.
Nando Scarmozzino
(mercoledì 12 marzo 2003)

Fonte: Gazzetta del Sud online

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