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mimc
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Inviato il il 26/09/2003 :  02:53:10  Guarda il profilo di  Visita il Sito di mimc  Rispondi Citando
Due appuntamenti cruciali per contrastare la privatizzazione del mondo e il Wto
Da Riva a Cancun la forza del movimento

Tutto è cominciato a Seattle, contro il Wto. Per questo gli appuntamenti che ci attendono a Cancun e prima ancora a Riva del Garda hanno un valore particolare. Quando scoppiò la contestazione per le vie della città americana in molti rimasero sorpresi.
In realtà già da tempo la vecchia talpa aveva ripreso a scavare per far riemergere il proprio muso oltre le macerie di un fine secolo che troppi, interessati, consideravano il capolinea della storia con la vittoria definitiva del capitalismo nella sua fase estrema: la globalizzazione. E proprio la globalizzazione viene contestata dalle straordinarie mobilitazioni di Seattle cogliendone gli aspetti fondamentali. Il carattere ademocratico con il potere esercitato dalle multinazionali attraverso strutture tecnocratiche come il Wto. Il pensiero unico del liberismo che provoca una mercificazione totalizzante. Il crescere delle ingiustizie sociali, delle disuguaglianze, dello sfruttamento del lavoro e della natura. Un movimento che ha da subito caratteristiche forti, fondative e rifondative. Il carattere mondiale, la capacità di leggere i processi materiali del liberismo mondiale e di farne una critica assai concreta. Il bisogno di esprimere con l'altro mondo possibile un'idea piena di liberazione. Tutt'altro che effimero o confinato in una opzione eticista.

Quando parliamo oggi, a distanza di qualche anno da Seattle, di crisi della globalizzazione non possiamo sottovalutare il peso che ha avuto in questa crisi il riemergere di una capacità antagonista che il potere aveva considerata finita. Non c'è dubbio che la globalizzazione sia entrata in crisi di per sé, oggettivamente, nella incapacità di offrire prospettive reali a un mondo in cui le contraddizioni si accrescono, da quelle sociali e quelle ambientali. Ma sarebbe stolto sottovalutare l'importanza del ricostruirsi di un punto di vista alternativo. Basti pensare a che punto di barbarie ci ha condotto la spirale guerra-terrorismo o il confronto tra i fondamentalismi del mercato e religiosi per considerare vitale l'aria nuova che respiriamo grazie al movimento che si espresse così prepotentemente nelle giornate di Seattle.

Torna oggi il Wto a Cancun. Le trattative si succedono affannose e distanti dai problemi reali. Accordicchio ipocrita sui farmaci, goccia nel mare delle sofferenze della salute negata per i sempre più poveri. Di agricoltura si discute e si litiga come se non avessimo a che fare insieme con i miliardi di affamati, gli sconquassi climatici che minano la capacità della terra di riprodurre la vita, le frontiere inquietanti delle modificazioni genetiche. E' ancora e sempre il ripetersi ossessivo del dogma liberista: lasciar fare il mercato che crea sviluppo, addirittura eticità. Una follia. Più si liberalizza e più i poveri divengono poveri, il potere economico si concentra, la democrazia si scolora. Basta leggere il bel libro di Ziegler: "La privatizzazione del mondo" per seguire il corso impazzito degli eventi di questi anni. Ma è nella realtà, e non solo nei libri, che cresce una capacità di alternativa che in pochi speravamo.

Prendiamo ad esempio il movimento sull'acqua che sta contrastando l'idea liberista di farne misurare il valore dal mercato per riproporne invece il carattere di bene comune per eccellenza da gestire democraticamente ed ambientalmente. Noi lottiamo perché il Wto fallisca e si sciolga. Sappiamo che ciò può avvenire per le sue contraddizioni interne e perché magari si pensa a forme ancora più unilaterali e ademocratiche. Comunque il suo fallimento resta il nostro obiettivo per dar luogo ad un' alternativa di cui cominciamo a vedere i contorni. La rimessa a valore del lavoro ne è un elemento cardine insieme al tema dei beni comuni pubblici, quelli indispensabili per la vita, dall'acqua all'energia e ad idee del tutto diverse di economia come quelle contenute nella proposizione della sovranità alimentare, che è l'esatto opposto dell'agricoltura contro la terra ed i contadini proposta dal liberismo e che si fonda sul ciclo corto, il lavoro, la relazione con la natura e i diritti.

Certo ci sono nel movimento anche punti di vista diversi, ma il fallimento del vertice è obiettivo comune anche di chi crede, magari, alla riformabilità del Wto. D'altronde l'articolazione del movimento, la sua pluralità ne è tratto distintivo che trova però ispirazione unificante nella irriducibilità alla "tranquillità sociale", una inquietudine che muove alla ribellione, un'idea della politica che poggia sulla trasformazione. E a Riva del Garda lo schieramento delle mobilitazioni è molto vasto, dai Disobbedienti alla Cgil e convergente, pur nelle articolazioni delle forme di lotta, nella volontà di contribuire al fallimento del Wto e di lavorare all'altro mondo possibile. A Riva il gruppo locale dei fori sociali ha promosso e tenuto con fermezza l'organizzazione delle giornate alternative al vertice dei ministri europei, ottenendo la Baltera, il percorso, il corteo. E' un fatto non banale né scontato. E' il risultato dell'impegno e di una volontà plurale sostenuta da forze organizzate a livello nazionale.

Resta però forte il nucleo promotore locale che indica una innovazione anche nelle relazioni politiche e sociali in quel territorio vissuto troppo spesso come marginale e autocentrato rispetto al contesto più generale. Anche da Riva il movimento prende la sua forza, può pensare ancor meglio al suo futuro forte della strada percorsa. Un movimento che può incidere anche nella realtà dei singoli paesi dove ce ne è tanto bisogno. Penso alle stantie recenti riproposizioni di Bersani e delle sue ricette imperniate attorno alla liberalizzazione come se non fossimo insieme davanti al black out, alla devastazione dell'effetto serra e ai costi crescenti di tutto.

Questa coazione a ripetere ci dice di quanta strada dobbiamo ancora fare: Riva del Garda e Cancun ne sono un bel pezzo. Non a caso l'autunno si apre con la mobilitazione del movimento che per altro non è andato mai in vacanza come dicono i numerosi campeggi estivi e l'appuntamento in Larzac. Già si pensa al 4 di ottobre a Roma, alla manifestazione contro l'Europa dei mercanti e si preparano il forum europeo e quello mondiale.

Patrizia Sentinelli

(26 settembre 2003)
Fonte:www.liberazione.it

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