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C O N T R O L L A    D I S C U S S I O N E
mimc Inviato - 10/10/2003 : 14:12:14
Delegazione calabrese in Canada
Il presidente del Consiglio regionale e sei consiglieri saranno fino a domenica nel Nord America

REGGIO CALABRIA. Una delegazione del Consiglio regionale, guidata dal presidente Luigi Fedele e composta dai consiglieri regionali Antonio Borrello, Luigi Incarnato, Giuseppe Pezzimenti, Mario Pirillo, Francesco Talarico e Diego Tommasi, sarà in Canada dove sono in programma, da oggi a domenica 12 ottobre - alcuni importanti incontri con la comunità dei calabresi che vivono nel Paese nordamericano che vanta un'alta qualità della vita - il Canada ha il più alto indice di sviluppo umano (l'Italia è al 19mo posto). La presenza italiana nelle dieci Province a Statuto autonomo del Canada (comprende anche due territori, il Nord-Ovest e lo Yucon, che rappresentano oltre un terzo dell'intera superficie) è consistente: su 31 milioni di abitanti (il Canada ha intere regioni disabitate e la densità media è bassissima) gli italiani sono 800 mila, mentre ad 1 milione e 300 mila ammonta la collettività di origine italiana. Dopo la popolazione di origine britannica (40 per cento) ed il gruppo francofono (27 per cento), gli italiani occupano la terza posizione. Gli italiani d'origine calabrese sono 300 mila ed alcuni di loro rivestono ruoli ed incarichi nella società canadese, come il giudice della Corte suprema del Canada, (uno dei nove giudici dell'Alta Corte) Frank Iacobucci, nato in Canada ma legato alla Calabria per via della madre nata a Mangone (provincia di Cosenza) e che riceverà, il 24 ottobre, la laurea honoris causa dalla facoltà di scienze politiche dell'Università della Calabria. Iacobucci è stato per diversi anni preside della facoltà di giurisprudenza dell'Università di Toronto e punto di riferimento per la comunità italiane e calabrese in particolare. "Sappiamo benissimo - ha commentato Fedele - che i nostri emigrati in Canada, vivono bene e l'integrazione delle loro famiglie nel tessuto sociale del Paese americano è più che soddisfacente, in quanto la politica del multiculturalismo, un modello cui l'Italia dovrebbe forse guardare di più, perseguita dai governi canadesi, a partire dagli anni Sessanta come quale simbolo di identità nazionale, ha eliminato ogni discriminazione. Sappiamo bene che oggi illustri esponenti del ceto dirigente del Paese sono d'origine italiana e spesso calabrese e che hanno rapporti di reciproca stima con la comunità anglofoba e con quella francofona (concentrata nel Quebec). Tuttavia rimane forte il problema della tutela dell'originalità delle nostre comunità, dato appunto l'alto livello d'integrazione raggiunto. L'alta integrazione dei nostri corregionali, pone, infatti, - dice Fedele - in maniera quasi allarmante, il problema dell'identità linguistica e culturale e noi dobbiamo impedire che le peculiarità umane e culturali dei calabresi in Canada, specie le ultime generazioni, siano vanificate o addirittura perse per sempre". Nel lontano Canada, il primo flusso d'emigrati italiani risale alla fine dell'800. Secondo stime ufficiali offerte da una pubblicazione curata dal Parlamento italiano in occasione della prima Conferenza degli italiani nel mondo, fino allo scoppio della Grande Guerra sono entrati nel Paese 120 mila italiani (agricoltori, minatori e personale utilizzato nella costruzione delle ferrovie verso l'Ovest ed il Nord. L'emigrazione è ripresa subito dopo la seconda guerra mondiale, continuando in maniera sensibile fino alla fine degli Anni Sessanta. Da allora il flusso di persone dall'Italia verso il Canada è diventato quasi irrilevante. L'emigrazione considerata un peso, o vista come una "nostalgia" permanente ha finito d'esistere da anni, da quando non sono più gli emigrati calabresi ad aver bisogno della Calabria, ma è la Calabria, ancora alle prese con i conflitti della modernità, che dovrebbe intuire la grande occasione offertale dalle postazioni internazionali sparse in tutto il mondo. Il Canada è una delle sette nazioni più industrializzate del mondo, una potenza nell'industria di base ed in quella mineraria (è il primo produttore mondiale di uranio), con un terziario fortemente sviluppato di cui il principale partner commerciale sono gli Stati Uniti. Dentro questo "sistema" forte operano milioni di italiani e tantissimi calabresi, sia alla base sia ai vertici della piramide: com'è possibile instaurare, soprattutto con i calabresi che vivono in Canada da decenni ormai e sono diventati indispensabili punti di riferimento per la stessa società canadese, contatti sistematici, costanti e produttivi? "Questo - spiega Fedele - è uno dei moventi di questa nostra missione, perchè crediamo veramente nell'urgenza di irrobustire i legami tra la Calabria e il Canada, perchè ormai l'internazionalizzazione dell'economia ci obbliga a guardare al mercato mondiale, obbliga la Calabria a pensare in grande ed anche Paesi ricchi come il Canada a cercare sbocchi nel Mediterraneo, magari attraverso la risorsa umana che si ritrovano in casa e che è stata fornita loro dall'emigrazione".
(10 ottobre 2003)
Fonte: Il Giornale di Calabria

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